collana Scienza Nuova
diretta da Giuliano Minichiello

Nell’affrontare i problemi dell’oggi si avverte con urgenza la necessità di un vero lavoro di intreccio coerente dei fili, spesso dispersi, della trama dell’educazione. Da parte di molti si sostiene che la caratteristica di fondo del presente momento storico sia la contraddizione: in un mondo unificato sul versante di quella che Horkheimer chiamava «ragione strumentale» (tecnologia, economia, scienza) si moltiplicano modalità degenerative della forma comunitaria (etnicismi, integralismi religiosi, odî razziali). Il pericolo che corre attualmente l’educazione (e la teorizzazione che la esprime) è di limitarsi a replicare l’immagine della contraddizione, proponendosi o come congegno scientifico/tecnologico/economico o come ammaestramento sulla base di valori difficilmente conciliabili; o come pratica raffinata dei mezzi (in vista di fini generici) o come esortazione alla ricerca di fini assoluti, che, calata nel tessuto storico, viene assorbita e fagocitata da questa o quella fazione. Dinanzi a una simile eventualità, la pedagogia non può che tentare di rintracciare una «via di mezzo», un percorso accidentato e non lineare, oscillante tra tecnica e valori. A definire gli attrezzi utili a superare l’impasse è necessaria una forma di sapere che possa integrare l’una e gli altri, che faccia emergere i valori che pure sono intrinseci all’ordito tecnologico e porti allo scoperto, d’altro canto, la verità possibile di un sistema generale dei valori. Si tratta di immaginare una «scienza» (tra virgolette) che sia «nuova» nel senso che le attribuiva Vico, per il quale il sapere storico era da affrontare con gli strumenti di una «metafisica della mente umana».
Qui non si nutre una così alta ambizione, si alimenta però una speranza: quella che una ritrovata armonia tra i saperi della modernità e le forme di vita che ad essi corrispondono possa essere l’adeguata risposta pedagogica alle domande che la modernità pone alla pedagogia.

comitato scientifico :
Paola Martino - Università di Salerno - Dip.to di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione - DISUFF
Prof. Kieran Egan - Simon Fraser University - Vancouver - Canada
Prof. William Leparulo - Florida State University - Tallahassee, Florida
Prof.ssa Carla Xodo - Università di Padova
Prof.ssa Sira Serenella Macchietti - Università di Perugia
Prof.ssa Marinella Attinà - Università di Salerno



 

AMELIA LECCE
DIDATTICA SEMPLESSA E NUOVE TECNOLOGIE INCLUSIVE

Metodologie e strumenti didattici per favorire lo sviluppo delle capacità di Perspective Taking

Il presente testo è volto ad analizzare le potenzialità della didattica semplessa come strumento in grado di leggere e di intervenire in azione, individuando possibili strategie didattiche inclusive finalizzate a favorire lo sviluppo della capacità di Perspective Taking nelle bambine e nei bambini della scuola primaria.
Il tema della capacità di Perspective Taking, negli ultimi anni, è stato trattato e approfondito da numerosi ambiti scientifici – dalle neuroscienze alla psicologia, dalla didattica all’informatica – che concordano nel considerare tale costrutto come complesso, multidimensionale e transdisciplinare. Volendo delimitare il perimetro della ricca letteratura scientifica che si è espressa in materia, per Perspective Taking si intende la capacità cognitiva atta a comprendere il punto di vista altrui e, al contempo, a esplorare lo spazio da prospettive differenti.
Numerose evidenze scientifiche sembrerebbero dimostrare che la capacità di Perspective Taking sia propedeutica a una corretta acquisizione delle competenze trasversali di lettura, di scrittura e di calcolo, delle competenze STEM (science, technology, engineering, mathematics) e delle social skills; pertanto, indagare tale costrutto attraverso una “lente didattica” potrebbe delinearsi di grande interesse ai fini di promuovere i processi apprenditivi di tutti e di ciascuno.

Amelia Lecce, laureata con lode in Scienze Pedagogiche presso l’Università degli Studi di Salerno, è Dottore di ricerca in Scienze del linguaggio, della società, della politica e dell’educazione presso il medesimo ateneo. Durante il suo percorso di Dottorato Innovativo con caratterizzazione industriale, ha svolto un periodo di ricerca presso l’Università di Neuchátel al fine di approfondire i temi della capacità di Perspective Taking in ambienti reali e virtuali correlati ai processi di insegnamento-apprendimento.
Nel 2016 ha conseguito il Master in Management delle Imprese Sociali, Non Profit e Cooperative presso la Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi di Milano, dedicandosi all’analisi delle principali teorie del management da applicare a organizzazioni del Terzo Settore.
I suoi interessi di ricerca sono orientati allo studio della Pedagogia Speciale e della Didattica Speciale, con particolare riferimento alla progettazione educativa di contesti organizzativi inclusivi.

 

978-88-6152-314-2
Euro 18,00


 

V. Alonzo - S. Forte - M.G. De Santis - A. Marciano
I confini della persona e l’educazione permanente nella globalizzazione ibrida

Un termine di moda è “ibrido”: motori e tecnologie ibride; sistemi e apparati ibridi; larghe intese a condividere aspetti ibridi di potere a prescindere dalle ideologie, populismi e o sovranismi ibridi in base alle opportunità, alle emergenze e, insieme all’ibrido, comunque, i totalitarismi, le autarchie, i fondamentalismi. Ibrido è l’universo disegnato dalla globalizzazione sostenuta e diretta dall’economia, dalla finanza, dall’affarismo indiscriminato che connota tutti gli ibridi che investono l’uomo senza limiti di spazio, tempo, comunicazione, e dimensioni reale e o virtuale, e con l’apporto della multimedialità. Ma quale è l’“ordine” da predefinire senza la persona e le persone che non conduca irreversibilmente alla fine della civiltà e del mondo stesso? Di certo occorre riflettere su come l’educazione permanente e la persona non trovino il dovuto spazio, da riconquistare, quale percorso di vita per la loro forza e vitalità di valori, formazione, creatività, di dignità e rispetto nel senso dell’esistenza e della cittadinanza attiva a fronteggiare la morte, e a sostenere l’affermazione della civiltà.
I saggi che compongono questo volume interpretano questa esigenza affrontando con Vincenzo Alonzo aspetti pedagogici, psicologici, sociologici, antropologici, storici, politici; con Salvatore Forte aspetti socioculturali, economici, di giustizia giusta nelle dimensioni delle età della vita; con Maria Gabriella De Santis aspetti dei bisogni, degli affetti e relazioni; con Annunziata Marciano aspetti delle narrazioni e dei racconti che fondano il vivere dei bimbi, dei ragazzi, dei preadolescenti e degli adolescenti protesi nella crescita, guardando ad esempi positivi e ad adulti responsabili in cui avere fiducia. Così, connotando le identità, si passa il testimone tra le generazioni da condurre e tramandare, e in questo si determina la qualità della vita come sistema.

Vincenzo Alonzo
Dottore di ricerca in Teoria e Storia dei processi formativi presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Cultore di materia di Storia del Cristianesimo e delle Chiese e di Storia della Cultura benedettina. Giornalista-Pubblicista dal 1978. È autore di testi, articoli e saggi di carattere storico-pedagogico e sociale.

Salvatore Forte
Dirigente scolastico e pedagogista, laureato in Pedagogia e cultore di materia in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Esperto di Pedagogia, è autore di articoli e saggi di carattere pedagogico e sociologico. Formatore nei corsi di aggiornamento del personale e in Master universitari.

Maria Gabriella De Santis
Responsabile degli insegnamenti di evoluzione dei metodi pedagogici, pedagogia delle relazioni educative e pedagogia speciale presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Nel suo lavoro di ricerca si occupa di problematiche relative all’intercultura, alla comunicazione e alla relazione negli ambienti educativi.

Annunziata Marciano
Dirigente scolastica e pedagogista, laureata in Pedagogia e Dottore di ricerca internazionale in Teoria e Storia dei processi formativi. Ha collaborato con l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, nei Corsi di Laurea di Scienze dell’Educazione e di Scienze Motorie e della Salute, e con l’Università degli Studi di Roma Tre, nel Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria. Esperta di Letteratura per l’infanzia, è autrice di libri, articoli, saggi in libri colletanei di carattere pedagogico-letterario; collabora con riviste specializzate del settore.

978-88-6152-328-9
Euro 20,00


 

ILARIA VIOLA
Il ruolo della Perspective Taking nella didattica inclusiva

Con il termine Perspective Taking (PT) si intende la capacità di inibire il proprio punto di vista a favore di quello altrui e nel contempo di esplorare lo spazio da prospettive diverse dalla propria. Nello specifico, secondo la teoria spaziale di Alain Berthoz, per favorire la traslocazione spaziale del proprio punto di vista a favore di quello altrui bisogna «risuonare con le emozioni” e le intenzioni dell’altro. Il costrutto della presa di prospettiva è ampiamente studiato in letteratura, poiché la PT è cruciale per lo sviluppo di molte abilità come: le competenze STEM, la letto-scrittura, il calcolo, la comprensione del testo, oltre ad essere un prerequisito per lo sviluppo delle abilità sociali. Quindi, un deficit nell’area della presa di prospettiva è un fattore di vulnerabilità importante per l’area sociale, emotiva e cognitiva ed è connesso a fenomeni di esclusione sociale e di etichettamento. L’interesse sulla Perspective Taking, inoltre, è aumentato ulteriormente negli ultimi anni alla luce della crescente polarizzazione di opinione unita all’emergere di una comunicazione mediata dal digitale. Per tal motivo, risulta essenziale adottare strumenti, come il videogioco, che possano contribuire, in una cornice ludica ed educativa, a favorire l’adozione di un “pensiero posizionale”, inteso come quell’“attitudine a vedere il mondo dal punto di vista di un’altra creatura”, che è uno dei pilastri per l’istruzione alla democrazia. Sulla base di tali premesse, nel testo verranno presentati alcuni strumenti volti a promuovere tale abilità nei contesti educativi e didattici.

Ilaria Viola, laureata in “Psicologia” presso l’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” Chieti-Pescara, è dottore di ricerca in “Corporeità didattiche, tecnologie e inclusione”, titolo conseguito presso il Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione dell’Università degli Studi di Salerno. I suoi interessi scientifici rientrano nell’ambito della pedagogia e della didattica speciale, nello specifico ha approfondito in alcuni lavori di ricerca sia temi relativi alle strategie educativo-didattiche nell’ambito della tecnologia, sia temi relativi alla formazione dei docenti. Tra le sue ultime pubblicazioni vi sono: Viola, I., Zappalà, E., Aiello, P., (2021). The motivation and education of future support teachers in a post-pandemic scenario. Form@re - Open Journal Per La Formazione in Rete; Viola I., Pace E.M., & Aiello P. (2020). Perché decidere di intraprendere la carriera di docente? Una revisione della letteratura, Nuova Secondaria; Viola I., (2021), Metodologie didattiche per favorire la capacità di Perspective taking: studio sull’inibizione motoria come processo semplice in relazione alla Perspective Taking. Quaderni del Dottorato Sird; Viola, I., Aiello P., Di Tore S., Sibilio M., Learning through gaming in times of COVID-19: The pedagogical value of Edugames 12th International Conference on E-Education, E-Business, E-Management, and E-Learning (IC4E 2021), 10-13 January 2021, Waseda University, Japan.

978-88-6152-322-7
Euro 18,00


 

CHIARA D'ALESSIO - NICOLINA PASTENA
Prospezioni psicopedagogiche sulla natura umana
Aspetti epistemologici ed applicativi

Prospezioni psicopedagogiche sulla natura umana nasce all’interno di un ambito di riflessione che mette a confronto l’antropologia e l’epistemologia pedagogica, con un’attenzione particolare verso la ricerca di un “proprium pedagogico” riferito all’adolescenza.
Le Autrici, nell’ordito concettuale del testo, si interrogano su temi pedagogici cruciali nel tentativo di sistematizzarli, in maniera creativa, all’interno di un’epistemologia capace di leggere l’uomo e la sua educabilità nel tempo presente.
Prospezione viene, dunque, qui considerata come il tentativo di intravedere scenari possibili alla luce di quelli già esplorati, in un’ottica di interazione sinergica inter e transdisciplinare e nella ricerca di un filo conduttore, capace di tenere insieme l’antropologia dell’essere umano, l’epistemologia pedagogica e gli studi sull’adolescenza.

Chiara D’Alessio, pedagogista e psicoterapeuta, è ricercatore confermato ed abilitato alla docenza di seconda fascia presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Salerno, nel quale ricopre gli insegnamenti di Pedagogia generale e Sociale. È titolare degli insegnamenti di Pedagogia Sociale e Pedagogia del Benessere al Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e dell’Educazione. I suoi attuali interessi di ricerca sono incentrati sull’evoluzione del concetto di salute e sulla relazione di cura in una prospettiva biopsicosociale ed etica.

Nicolina Pastena è Dottore di Ricerca in Metodologia della Ricerca Educativa (PhD) presso l’Università degli Studi di Salerno. Gia docente aggregato di Pedagogia Generale, di Pedagogia Interculturale e di Pedagogia della Formazione presso l’Università degli Studi della Basilicata e presso l’Università degli Studi di Urbino, svolge oggi attività di formazione per accreditati Enti presenti sul territorio nazionale.
Fra gli interessi nel campo della ricerca pedagogica si evidenziano gli studi sulle dinamiche dei percorsi di apprendimento nellíintersezione teoria-prassi con particolare attenzione agli sviluppi della didattica enattiva e delle sue implicazioni nei processi della conoscenza.

104 pagine
978-88-6152-294-7
Euro 18,00


 

ALESSANDRA LO PICCOLO
GABRIELLA POLIZZI
[a cura di]
Prevenire le violenze di genere
Approcci teorici e metodologici

Cosa si intende per “violenze di genere”?
In che modo oggi esse vengono tematizzate all’interno della categoria dei “problemi sociali”?
Quali approcci teorici e metodologici possono essere adottati ai fini della loro prevenzione?
Per rispondere a questi interrogativi il volume analizza il ruolo che le principali agenzie di socializzazione all’identità di genere (famiglia, scuola, mezzi di comunicazione ecc.) possono rivestire nel processo di costruzione/decostruzione di aspettative e modelli di relazione tra generi che potrebbero essere all’origine delle violenze.

Maria Fobert Veutro, Dottora di ricerca in Metodologia delle scienze sociali (Università di Roma La Sapienza), è Ricercatrice di Sociologia generale presso l’Università degli Studi di Enna “Kore” dove insegna Fondamenti epistemologici e metodi della ricerca psicosociale nel Corso di laurea magistrale in Psicologia clinica, e Metodologia della ricerca nel Dottorato di ricerca in Scienze economiche, aziendali e giuridiche. Le sue aree di ricerca sono la sociologia della conoscenza, la metodologia e le tecniche della ricerca sociale, la sociologia dei processi culturali, gli studi di genere. Negli ultimi anni si dedica allo studio e all’applicazione di tecniche di rilevazione, alternative a quelle consuete, per indagare i valori sociali. Viviana La Rosa è Professore associato di Pedagogia generale e sociale e Coordinatrice del Corso di laurea in Scienze della formazione primaria presso l’Università degli Studi di Enna “Kore”, dove ricopre l’insegnamento di Letteratura per l’infanzia e Storia della scuola primaria e dell’infanzia. Conduce i propri interessi di ricerca intorno ai modelli neopiagetiani della formazione, alla pedagogia della lettura e della narrazione, all’orientamento come pratica educativa.Alessandra Lo Piccolo è Professore associato di Didattica e Pedagogia speciale nella Facoltà di Studi classici, linguistici e della formazione dell’Università degli Studi di Enna “Kore” e per la stessa referente del Kodis-Commissione di Ateneo per la Disabilità (Servizio Disabilità/DSA). Attualmente è direttore del V ciclo del Corso di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità per l’Ateneo. I propri interessi di ricerca sono orientati all’inclusione delle fragilità, alla didattica della corporeità e delle emozioni. Nicola Malizia è Professore associato nel settore scientifico disciplinare SPS/12-Sociologia del diritto, della devianza e mutamento sociale presso l’Università degli Studi di Enna “Kore”. Tra i suoi interessi di ricerca figurano le violenze di genere, i crimini sociali, la detenzione e gli immigrati.Laura Rosa Midolo è Dottoranda di ricerca in Inclusione sociale nei contesti multiculturali (XXXIII ciclo) presso l’Università degli Studi di Enna “Kore”. La sua attività di ricerca esplora le ricadute sul piano dei processi formativi, con particolare riferimento alle dinamiche interculturali, delle pratiche educativo-didattiche di carattere narrativo.Marta Mingrino è Professore a contratto del Laboratorio di Tecnologie didattiche presso il Corso di laurea in Scienze della formazione primaria dell’Università degli Studi di Enna “Kore”. Tra i suoi interessi di ricerca figurano l’utilizzo dei videogiochi nella didattica, la media education, il coding e il pensiero computazionale, l’apprendimento creativo e il Tinkering.Antonino Mario Oliveri è Professore associato di Statistica sociale presso il Dipartimento Culture e Società dell’Università degli Studi di Palermo. Tra i suoi interessi di ricerca figurano l’analisi della qualità dei dati statistici e gli studi di genere.Gabriella Polizzi è Professoressa associata di Sociologia dei processi comunicativi e di Sociologia dell’educazione presso l’Università degli Studi di Enna “Kore”, dove coordina il gruppo di ricerca internazionale sul tema “Communication and Education for Preventing and Fighting Gender Violence”. I suoi attuali interessi di ricerca nel campo dei gender studies si focalizzano sul ruolo che la comunicazione e i processi di formazione delle identità di genere possono avere nel contrasto e nella prevenzione delle violenze contro le donne. Juan-Carlos Suárez-Villegas è Professore ordinario di Giornalismo e Filosofia presso l’Università di Siviglia, dove si occupa in particolare di etica e deontologia della comunicazione. È autore di dodici monografie e più di trenta articoli pubblicati su riviste scientifiche. Ha coordinato diversi progetti di ricerca nazionali ed europei.  

978-88-6152-289-3
Euro 20,00


 

EMANUELE RAGANATO
Musica insieme
Teoria, pratica e riflessioni per una nuova educazione musicale

In uno scenario socio-culturale estremamente “liquido”, in cui l’educazione musicale viene praticata a più livelli e con differenti finalità ed in cui i percorsi istituzionali e formali si intersecano sempre più spesso con le pratiche amatoriali e non formali, emergono oggi nuovi concetti, teorie e pratiche innovative per fare musica d’insieme. Tra queste, sempre più popolari stanno diventando quelle che privilegiano i rapporti gruppali e collaborativi tra i partecipanti. Ma qual è l’impatto che i nuovi modelli hanno su quelli ormai ritenuti tradizionali e sulle Istituzioni educative musicali? In questo volume, l’autore suggerisce dei nuovi scenari di permeabilità tra mondo istituzionale e non istituzionale in cui delinea anche un nuovo statuto epistemologico per l’insegnamento della musica.

Emanuele Raganato è un musicologo ed un ricercatore sociale che ha pubblicato su varie riviste internazionali (The Galpin Society Journal, Orbis Idearum, Rivista di Scienze Sociali, Nuova Secondaria Ricerca, ecc.). Ha tenuto, inoltre, conferenze in Italia, Spagna e Portogallo. Dal 2016 è membro del comitato scientifico, ricercatore sociale e performer della Summer School of Performing Arts e della Community Care. Ha insegnato in numerosi Conservatori di Musica italiani. Attualmente insegna Storia della Musica ed Etnomusicologia all’Università del Salento e Metodologia della Didattica musicale presso l’I.S.S.M. di Modena.

 

 

 

134 pagine
978-88-6152-297-8
Euro 16,00


 

NICOLINA PASTENA
Perlocuzioni Pedagogiche
I percorsi della conoscenza dalla complessità sistemica alla neurofenomenologia

L’ordito dialogico che caratterizza l’impianto concettuale di questo testo fonda le sue ragioni su una logica espositiva che, partendo da un’esplicitazione dei principi fondanti che caratterizzano il tracciato complesso-articolato della Pedagogia Contemporanea (rivisitato nell’intersezione Umanesimo /Post-umanesimo/Anti-umanesimo/Trans-umanesimo) arriva a una riflessione sui principi della neurofenomenologia e sulla nascita degli stati di coscienza.
Completano il quadro concettuale, un’analisi comparativa, tra la prospettiva neurofisiologica della nascita del pensiero e della strutturazione della memoria, portata avanti da Joseph Zhuo Tsien, (insieme al suo gruppo di ricerca) e la prospettiva del Radical Embodiment di E. Thompson e F. Varela.
La cultura diventa, in questa prospettiva, cultura generale integrata in una fitta rete d’interconnessioni e in un’ottica di strutturazione dei meccanismi essenziali necessari a far acquisire al cittadino del mondo la più ampia competenza dell’imparare a conoscere per imparare a essere.
Si inserisce, in questo contesto, il discorso sulla natura della conoscenza umana, ipotizzando l’esistenza di tre espressioni della Mente “incistate” in un’unica dimensione processurale, che ne costituisce la base per l’“unità/distinzione” degli stadi cognitivi: una Mente Computazionale (sintassi logica della conoscenza) che risponde a domande di “logica”, una Mente Fenomenologia (semantica del sapere) che risponde a domande di “senso” e una Mente Bio-fisiologica (grammatica del sapere) che risponde a domande riguardanti l’“evoluzione umana”.
Nessun orientamento pedagogico, infine, avrebbe senso senza il riferimento fisso e costante al soggetto dell’apprendimento nella sua specificità di soggetto-persona, al diritto di ogni essere umano di partecipare alla cultura di cui fa parte e di essere posto nelle condizioni più favorevoli per partecipare alla costruzione della realtà nella quale vive.

Nicolina Pastena è Dottore di Ricerca in Metodologia della Ricerca Educativa (PhD) presso l’Università degli Studi di Salerno. Già docente aggregato di Pedagogia Generale, di Pedagogia Interculturale e di Pedagogia della Formazione presso l’Università degli Studi della Basilicata e presso l’Università degli Studi di Urbino, svolge oggi attività di formazione per accreditati Enti presenti sul territorio nazionale. Annovera tra le sue ultime pubblicazioni:
-  Innovazione in Educazione. Prospettive epistemologiche e dinamiche professionalizzanti. In Formazione&Insegnamento, XVIII - 1 – 2020, pp. 166-177, Lecce, Pensa Multimedia.  
- La formazione pedagogica del docente tra dinamiche capacitanti e politiche professionalizzanti in Attinà M., Martino P. (a cura di). Caleidoscopio docente. Figure e sfondi di una professionalità in divenire – 2018 - pp. 56-74 - Gechi Edizioni.
Fra gli interessi nel campo della ricerca pedagogica si evidenziano gli studi sulle dinamiche dei percorsi di apprendimento nell’intersezione teoria-prassi con particolare attenzione agli sviluppi della didattica enattiva e delle sue implicazioni nei processi della conoscenza.

148 pagine
978-88-6152-291-6
Euro 18,00

 

EMANUELA ZAPPALA'
Pratiche educativo-didattiche per alunni con Disturbo dello Spettro Autistico
Approcci ecologici per l’implementazione di evidence-based practices a scuola


L’eterogeneita delle modalità di manifestazione del Disturbo dello Spettro Autistico e le implicazioni della sua pervasività nelle modalità di sviluppo e di apprendimento degli alunni con tale disturbo richiede non solo di indentificare best practices, ma anche di comprendere come guidare in modo efficace il processo di adozione delle stesse nei contesti scolastici. Si evince, inoltre, una molteplicità di fattori (individuali, professionali, ambientali) interconnessi e interdipendenti, direttamente o indirettamente, sia in riferimento al profilo e al grado di partecipazione alle attività dell’alunno con autismo sia in relazione all’azione dei docenti che intendono adottare tali pratiche a scuola.
Pertanto, sulla base di tali premesse, il testo è volto a indagare le potenzialità di alcuni approcci ecologico-sistemici per l’implementazione di best practices per alunni con Disturbo dello Spettro Autistico nelle istituzioni scolastiche, cercando di identificare i numerosi fattori che possono favorire o ostacolare la loro piena adozione.

Emanuela Zappalà, laureata cum laude in “Scienze Pedagogiche” presso l’Università degli Studi di Macerata e dottore di ricerca in “Corporeità didattiche, tecnologie ed inclusione” presso l’Università degli Studi di Salerno, è attualmente Assegnista di ricerca (S.S.D. M-PED/03) presso il Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione (DiSUFF) dell’Università degli Studi di Salerno. A seguito di un accordo di ricerca internazionale tra il Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione dell’Ateneo salernitano, l’Early Days Autism Center (EDAC) e l’Every Child (Sacramento, CA, USA), ha svolto, tra il 2018 e il 2019, un internship di sei mesi presso l’EDAC, prendendo parte alle attività del Group-Based Early Start Denver Model (G-ESDM) Teacher Trainer ed esplorando le modalità di implementazione del G-ESDM attraverso la guida del framework dell’Active Implementation. I suoi interessi scientifici riguardano principalmente i temi legati alla pedagogia e alla didattica speciale (nello specifico per alunni e studenti con Disturbo dello Spettro Autistico), alla formazione dei docenti e all’implementazione di pratiche basate sull’evidenza scientifica.
Tra le sue ultime pubblicazioni: Zappalà, E., Zierhut, C., Aiello, P. (2020). Un’indagine esplorativa sull’implementazione del G-ESDM nella scuola dell’infanzia italiana. Italian journal of special education for inclusion; Agrillo, F, Zappalà, E. (2020). Implicazioni pedagogiche e didattiche dell’embodiment autistico. Pedagogical and didactic implications of the autistic embodiment. In Embodiment, Education, Inclusion; Agrillo, F., Zappalà, E., Aiello, P. (2020). Il Group-based Early Start Denver Model nel contesto educativo italiano: uno studio di caso. Studi e ricerche sui processi di apprendimento-insegnamento e valutazione. La società per la società: ricerca, scenari, emergenze. II Tomo, Sezione SIPES (a cura di) Caldin, R. (2020). Atti del Convegno internazionale SIRD. Roma 26-27 settembre 2019.

978-88-6152-284-8
Euro 18,00

 

FILOMENA AGRILLO
Autismo: l'approccio integrato per un modello educativo inclusivo


Il testo indagando la complessità del sistema educativo è volto ad individuare possibili linee guida per la costruzione di un approccio integrato all’autismo al fine di delineare un modello educativo inclusivo. La difficoltà di un simile approccio alla cura delle persone con disturbo dello spettro autistico viene rintracciata nell’eterogeneità del disturbo stesso e nella complessa realizzazione di un sistema educativo integrato. Ciò ha condotto la comunità scientifica a riflettere non solo sull’urgenza di realizzare tale sistema educativo, ma anche sul ruolo che la pedagogia e la didattica speciale assumono all’interno di questo articolato scenario. Muovendo da questa emergenza, il volume è finalizzato ad individuare proprio nella pedagogia e nella didattica speciale gli ambiti scientifici che possono, attraverso i principi del Knotworking e dell’implementation science, favorire la costruzione e la realizzazione di un Sistema Educativo Integrato flessibile, adattato e rispondente ai bisogni educativi speciali delle persone con autismo.

Filomena Agrillo, laureatasi cum laude in “Scienze Pedagogiche” presso l’Università degli Studi di Salerno, è Dottore di ricerca in “Corporeità didattiche, tecnologie ed inclusione” ed attualmente Assegnista di ricerca (S.S.D. M-PED/03) presso il Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione (DiSUFF) dell’Università degli Studi di Salerno. Nel 2018 ha partecipato al  Group-Based Early Start Denver Model Teacher Trainer international internship. I suoi interessi di ricerca riguardano gli aspetti teorici e sperimentali legati alla pedagogia e didattica speciale con particolare riferimento a studenti con disturbo dello spettro autistico ed alla formazione docenti  in un’ottica inclusiva. Tra le sue ultime pubblicazioni: Agrillo F., Zappalà E., & Aiello P. (2019). Il Group-based Early Start Denver Model nel contesto educativo italiano: uno studio di caso. Le Società per la società: ricerca, scenari, emergenze26, 19; Aiello P., Agrillo F., Russo I., Zappalà E., & Sibilio M. (2019). Group-based Early Start Denver Model: An educational approach for pupils with Autism Spectrum Disorder in Italian preschools. Italian Journal Of Special Education For Inclusion, 7(1), 155-170.

328 pagine
978-88-6152-288-6
Euro 18,00


 

ALESSANDRA LO PICCOLO - MONICA PELLERONE (a cura di)
Disturbi specifici dell'apprendimento e inclusione
Riflessioni diagnostiche, psicoeducative e proposte didattiche multidisciplinari

Gli aspetti di complessità che caratterizzano tutto il processo diagnostico e terapeutico dei soggetti con DSA, evidenziano che le ricerche recenti si sono indirizzate sull’analisi dei fattori di rischio e gli indicatori predittivi di rischio. Il concetto di rischio assume una diversa connotazione nella diagnosi dei DSA, non dovendosi cercare i prodomi di una malattia, che rappresenta, invece, una condizione clinica successiva ad uno stato di benessere. Nel caso dei DSA la questione è resa più complicata dal fatto che le conoscenze sull’eziopatogenesi del disturbo sono tuttora controverse. Di conseguenza manca la certezza su quali siano i fattori di rischio effettivamente implicati. I fattori predittivi, associati allo sviluppo della malattia secondo un rapporto non causale, sono quindi altrettanto utili dei fattori di rischio al fine di identificare il sottogruppo di popolazione a maggiore prevalenza di disturbo, ma la loro rimozione non modifica il livello di rischio. La persona che prende coscienza di avere una difficoltà di apprendimento, rimane disorientata, si chiede quale possa essere la causa e la sua risposta oscilla tra il “non sono capace” e/o “la scuola è troppo difficile”, in entrambi i casi la sua autostima tende ad abbassarsi e anche la motivazione all’apprendimento ne risente. Ne deriva un’insicurezza e una demotivazione che lo portano ad essere meno sicuro di sé nei rapporti sociali. Il soggetto con DSA, nello specifico, è un soggetto capace di utilizzare le sue capacità sia mentali, sia pratiche, all’interno delle quali rientrano tutte le forme di espressione; troppo spesso, ancora, nella pratica didattica, ci si preoccupa più della sfera cognitiva-intellettiva dell’educazione, lasciando all’espressione verbale il primato su tutte le altre forme di espressione a scapito di altre componenti altrettanto fondamentali, per la promozione di un sano sviluppo personale, quali quelle affettive, emotive, psicologiche, ecc. Negli ultimi anni, parallelamente alla crescita dell’attenzione sui Disturbi specifici dell’apprendimento, è molto cresciuta quella relativa alle scelte delle tecnologie previste nella loro funzione compensativa dalla normativa scolastica italiana. In tale contesto anche la tecnologia educativa diventa efficace quando accompagna armoniosamente i processi di sviluppo e crescita significativi per le persone. Realizzare l’inclusione non è un compito semplice né può seguire format prestabiliti e unidirezionali al contrario, rappresenta una sfida multidimensionale in cui l’umanità tutta deve sentirsi chiamata, ciascuno per parte sua, a dare il suo contributo. Promuovere l’inclusione vuol dire puntare lo sguardo alla persona in maniera autentica, lottando fin dalla formazione contro modelli culturali stereotipati, carichi di pregiudizi e luoghi comuni; vuol dire ancora aprirsi alla possibilità, alla creatività all’incontro autentico, fatto di ascolto e partecipazione empatica, di scelte metodologiche innovative in cui educandi ed educatori, consapevolmente agiscano, coevolvano, condividano, partecipino attivamente. Da tali premesse, il presente lavoro nasce dal contributo di un gruppo di ricerca internazionale che vede in collaborazione l’Università Kore di Enna e l’Università di Burgos in Spagna. Il progetto ha un carattere multidisciplinare e così anche il presente contributo: la tematica dei DSA pone infatti una serie di questioni di natura teorica e metodologica aperte su più fronti e a diversi livelli.

Elenco degli autori: Sonia Cano, Universidad de Burgos. Vanesa Delgado Benito, Universidad de Burgos. Alba Fernàndez Alonso, Universidad de Burgos. Viviana La Rosa, Università Kore di Enna. Alessandra Lo Piccolo, Università Kore di Enna. Laura Midolo, Psicologa. Marta Mingrino, Università Kore di Enna. Anna Maria Murdaca, Università di Messina. Marinella Muscarà, Università Kore di Enna. Patrizia Oliva, Università di Catanzaro. Viviana Passaniti, Insegnante scuola secondaria. Monica Pellerone, Università Kore di Enna. Valentina Perciavalle, Università di Catania. Concetta Maria Sigona, Universidad de Burgos. Angelo Domenico Vella, Psicologo.

328 pagine
978-88-6152-286-2
Euro 20,00


 

MICHELA GALDIERI
Dalla teoria alla prassi educativa. Aspetti epistemologici e strategie metodologico-didattiche per l’inclusione
Un’esperienza di CAA nella scuola primaria

Esistono malattie in cui accade che un microscopico frammento di cromosoma possa fare la differenza nello sviluppo psico-fisico di un bambino, condizionandone la crescita personale e sociale. Ma a fronte di un patrimonio genetico predeterminato, qual è il ruolo del contesto e dell’educazione? Il volume, a partire dalla descrizione dei principali paradigmi epistemologici, presenta una riflessione sul rapporto tra natura e cultura e, attraverso un approccio sistemico riconducibile alle recenti evidenze neuroscientifiche, sottolinea l’indissolubile rapporto tra corpo, cognizione, comunicazione e ambiente. Gli attuali modelli interpretativi della disabilità e le disposizioni normative, nazionali ed internazionali, in materia di integrazione ed inclusione sociale analizzate nella seconda parte, supportano e orientano la scelta di “buone pratiche” e sollecitano, in ambito educativo, la pianficazione di nuovi percorsi didattici e di ricerca capaci di valorizzare le potenzialità di tutti e di ciascuno. Il testo propone, inoltre, un esempio di progettazione didattica in CAA, frutto di un costante connubio tra teoria e prassi pedagogica, nel quale innovazione tecnologica, strategie e metodologie ispirate ai principi della neurodidattica, convergono armonicamamente nel processo di insegnamento-apprendimento suggerendo originali linee di lavoro per un agire educativo finalizzato più che a una didattica speciale ad una didattica inclusiva.

Michela Galdieri, è PhD in “Metodologia della ricerca educativa” nel curricolo “Sport, salute, didattiche e integrazione” presso l’Università degli Studi di Salerno dove è stata assegnista di ricerca sul tema “L’apprendimento attraverso il corpo: la trasferibilità dei saperi” e sul tema “Modelli di inclusione ed integrazione sociale territorialmente trasferibili che utilizzano la comunicazione non-verbale ed i contesti motorio-sportivi”. Dottore in “Scienze della Formazione Primaria” presso l’Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa, si è specializzata sulla comunicazione corporea attraverso il Master di I livello “I linguaggi del corpo per l’incontro interculturale” presso l’Università Orientale di Napoli e sulla “Performance Analysis” presso l’Università Kore di Enna attraverso una specifica formazione a cura del Prof. Mike Hughes dell’University of Wales Institute di Cardiff. Si è perfezionata, inoltre, presso il CONI di Napoli come Educatore Sportivo e sulla “Progettazione e gestione della ricerca applicata allo sport” presso la Scuola Nazionale dello Sport di Roma. È autrice di numerose pubblicazioni nazionali ed internazionali sul tema della disabilità, delle nuove tecnologie e dell’inclusione e di una monografia dal titolo “Sport, disabilità e nuove tecnologie in ambiente educativo”, Pensa Editore 2009. Attualmente è docente di scuola primaria ed è laureanda in “Scienze e tecniche psicologiche” presso l’Università degli Studi di Roma Guglielmo Marconi. È iscritta, inoltre, alla Scuola di Formazione Annuale in “Comunicazione Aumentativa e Alternativa” presso il Centro Benedetta d’Intino di Milano. 

176 pagine
978-88-6152-280-0
Euro 20,00


 

AA.VV.
MULTIDIMENSIONALITA’ MEDIALE E COMPLESSITA’ EDUCATIVA
Affordance tecnologiche per una didattica 3.0
a cura di Giuseppe De Simone, Maria Annarumma Erika Marie Pace

Le dinamiche educative sono state ridefinite dalle tecnologie digitali, modulando nuovi confini conoscitivi tra contesti formali, informali e non formali. Il lavoro cerca di analizzare la relazione tra i processi che conducono alla conoscenza e le tecnologie soffermandosi sulle emergenze educative determinate dal web learning e dal consumo mediale. Nella società contemporanea l’indeterminatezza, la molteplicità, la mutevolezza sono tratti irriducibili che ne scompongono i riferimenti e le costanti. La rete radicalizza tali processi, accrescendo il conflitto tra intelligenze collettive e individuali. Il lavoro fornisce un quadro di riferimento per comprendere come la ricerca sulle teorie e sui modelli possa diventare una condizione importante per la riflessione sul ruolo dell’uomo all’interno di sistemi mutevoli e dinamici ed in cui la tecnologia e i suoi strumenti rappresentano gli assi portanti. I diversi contributi sono legati tra loro dall’importanza attribuita alla competenza tecnologia intesa come vera e propria chiave di volta strategica per promuovere lo sviluppo personale e sociale.

Giuseppe De Simone è ricercatore presso l’Università degli Studi di Salerno (M-Ped/04). Ha indirizzato la propria attività di ricerca sugli effetti determinati dallo sviluppo delle nuove tecnologie sulle modalità di apprendimento/insegnamento. In particolare si è interessato all’analisi dei paradigmi di apprendimento analizzando successivamente quello relativo alle tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento. Pubblicazioni recenti: Interventi Educativi nelle Fattorie Didattiche, Pensa Editore, Lecce 2016. Innovazioni Didattiche E Ricadute Sugli Apprendimenti. In Dimensione Didattica, Tecnologica E Organizzativa, Franco Angeli, Milano 2016. Qualità e valutazione nell’e-Learning, Pensa Editore, Lecce 2011.

Maria Annarumma è ricercatrice in Didattica generale e speciale presso l’Università degli Studi di Salerno. È autrice di numerosi saggi e contributi sulle tecnologie dell’istruzione, media education e processi educativi. Pubblicazioni recenti: Il metodo Feuerstein tra teoria e sperimentazione didattica, Aracne, Roma 2011. Antropomedia: Web, Comunicazione, Formazione, Aracne, Roma 2014. Convergence Culture of the Formal and Informal Interfacesin Education, in IJDLDC, 2016.

176 pagine
978-88-6152-253-4
Euro 20,00


 

Giuseppina Rita Mangione
ISTRUZIONE ADATTIVA
Evidenze e strategie didattiche

La ricerca sull’istruzione adattiva si inserisce all’interno del dibattito sulla qualità dell’agire didattico, richiamando l’importanza di processi e interventi personalizzati e dinamicamente guidati dagli obiettivi conoscitivi e dai risultati in termini di performance degli studenti. I docenti “esemplari” (Tobin e Fraser, 1991) riescono a mantenere un clima di classe positivo, valorizzando le individualità e adattando i programmi didattici alle esigenze dello studente, non perdendo di vista gli esiti né le aspettative legate all’esperienza didattica (Creemers, 1994). Il tratto distintivo di un bravo docente è dato dalla sua capacità di rispondere alle specifiche individualità che trova nella classe. Questa capacità viene comunemente indicata in letteratura come teaching adaptively (Corno, 2007). La visione adattiva dell’istruzione si inserisce nell’ambito della didattica inclusiva e sostiene la gestione di situazioni al limite come quelle delle high-need schools (Mascarenhas, Parsons e Burrowbridge, 2016), in cui almeno il 20% della popolazione studentesca si colloca al di sotto della soglia di povertà e in cui le differenze anche nella proprietà di linguaggio e nella capacità di lettura sono molto evidenti, così come l’educazione dei bambini dotati e di talento, un tema che sta suscitando crescente interesse e attenzione nelle scuole. Il lavoro accompagna il lettore nella comprensione guidata del concetto di insegnamento adattivo, attraverso la presentazione di approcci che si sono consolidati nel tempo. Verranno esplorate le possibilità di applicare la componente adattiva a specifiche strategie di insegnamento quali il self regulated learning, il feedback didattico e l’apprendimento dialogato e su base conversazionale.

Giuseppina Rita Mangione è Primo Ricercatrice presso INDIRE. Phd in Telematica e Società dell’Informazione. Si occupa di modelli innovativi nella scuola da un punto di vista didattico e di sviluppo professionale del docente. Conduce attività di osservazione e analisi delle pratiche situate analizzando i processi e le dimensioni attraverso cui prendono forma e maturano nuove modalità di insegnamento e apprendimento. Tra le sue più recenti pubblicazioni Il Laboratorio nel curricolo formativo dei Neoassunti (2017), Ambienti digitali per le Piccole Scuole. Il potenziamento degli spazi laboratoriali all’interno di un rinnovato concetto di aula (2017), Pedagogia “maker” - La fabbricazione digitale e il raccordo con la Scuola dell’Infanzia (2017), Spazio e tempo nell’innovazione della pratica didattica. Analisi delle esperienze agite (2016).

176 pagine
978-88-6152-251-0
Euro 22,00


 

Erika Marie Pace
Instilling teachers’ willingness to foster inclusive classroom practices.
Can simplexity address this complexity?

In a time when teachers have been identified as the key agents to shape educational policy re-form, much attention has been oriented towards the factors that impinge on what determines teachers’ decisions to act. The overarching aim of this book is to investigate how willingness to implement inclusive classroom practices can be instilled during initial teacher education and continuous professional development. To this end, a historic account of the developments re-garding inclusive education, competency-based curricula and teacher competency profiling is provided. The objective is to set the scene in which teachers work, outline the goals students need to reach, and define the competencies teacher education programmes should address. Se-condly, the theories and models rooted in an agentic perspective from neuroscientific, sociolo-gical and psychological inquiry are discussed. These have guided the plethora of studies carried out since the 70s, whose findings continue to inform and reorient teacher education course pro-gramming. In conclusion, the author looks into how the theory of simplexity can serve as a sui-table framework to guide teacher education and to instil willingness in teachers to adopt inclu-sive practices in schools.

Erika Marie Pace completed her Bachelor’s Degree in Education (Home Economics) at the University of Malta in 2002. Since then, she furthered her studies in Health Education and Promotion at the University of Perugia and read for a Master’s Degree in Lifelong and Community Education at the University of Salerno. She holds a PhD in Didactic Corporealities, Te-chnology and Inclusion and is currently a research fellow (S.S.D. M-PED/03) at the Department of Humanities, Philosophy and Education of the University of Salerno. Her main research interests are “Teacher Educa-tion”, the “Variables Influencing the Adoption of Inclusive Teaching Practices in Educational Contexts”, and the “Promotion of Wellbeing through Lifelong and Community Education”.

176 pagine
978-88-6152-237-4
Euro 16,00


 

Iolanda Zollo
Esercitare la semplessità

Tra Didattica generale e Didattica delle discipline

Il testo è volto ad indagare le prospettive che caratterizzano la Didattica generale e la pluralità delle Didattiche disciplinari, cercando di individuare i contributi che ognuna delle due scienze apporta all’azione didattica ed i livelli della loro interazione al fine di costruire possibili percorsi condivisi. Vi è, infatti, la necessità di creare e di promuovere un dialogo tra due ambiti che faticano ad interloquire tra loro sì da giungere ad una piena realizzazione del processo di insegnamento-apprendimento. Muovendo da questa emergenza, il volume è finalizzato ad individuare nella teoria della semplessità di Alain Berthoz un possibile trait d’union tra la Didattica generale e le Didattiche disciplinari: tale teoria potrebbe costituire il quadro teorico-metodologico di riferimento per le Didattiche disciplinari nonché un’utile guida operativa per i docenti che, attraverso la declinazione in ambito didattico di principi regolatori, si aprono alla sperimentazione e all’innovazione, deviano da azioni stereotipate e destrutturano continuamente gli scenari e le situazioni che gli si presentano.

Iolanda Zollo laureatasi cum laude in “Filologia, letterature e civiltà del mondo antico” presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, è Dottore di ricerca in “Corporeità didattiche, tecnologie ed inclusione” ed attualmente Assegnista di ricerca (S.S.D. M-PED/03) presso il Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione (DiSUFF) dell’Università degli Studi di Salerno. I suoi interessi scientifici riguardano principalmente il rapporto tra la Didattica generale e le Didattiche delle discipline in una prospettiva semplessa con specifico riferimento alla didattica della lingua italiana secondo un approccio non lineare.

 

148 pagine
978-88-6152-329-8
Euro 16,00


 

Alessandra Lo Piccolo
Dal corpo che ho al corpo che sono

Un percorso integrato per la promozione della Persona

Sempre più e da più parti, emerge la necessità di acquisire una visione olistica dell’intero processo educativo, partendo dalla consapevolezza che occuparsi di educazione significa occuparsi della persona umana, di pro-gettualità specifiche, individuali e collettive delle quali proprio il processo educativo deve farsi garante di valorizzazione. In special modo, l’argomento del presente lavoro si impone oggi più che mai come crocevia di incontri e dialoghi interdisciplinari; ne sono una tangibile testimonianza le neuroscienze verso cui sia la pedagogia che la didattica muovono per una più completa lettura e introspezione dei meccanismi che sottendono qualsivoglia proces-so cognitivo e comportamentale, specie in campo emotivo ed emozionale. Da qui, la necessità di cogliere ed evidenziare nessi e peculiarità pedagogiche nel campo della educazione alla corporeità e della corporeità, intesa come centro attorno cui ruota per buona parte, la vita dell’uomo e la sua stessa esistenza in chiave assiologica. L’importanza della corporeità nei processi di crescita e di sviluppo della persona, in una dimensione olistica, mette d’accordo studiosi provenienti da aree disciplinari anche molto diverse e ambiti epistemologici differenti. Dall’area biomedica a quella puramente umanistica e pedagogica vi è una unisona consapevolezza della necessità che uno sviluppo sano ed armonico non può che essere frutto di una attenzione alla persona nella sua complessità, proprio a partire dal suo corpo, attenzione intesa come processo finalizzato alla formazione della propria corporeità. Parliamo dunque di educazione integrata, che diventa sinonimo di sviluppo persona-le e culturale per la formazione umana personale e collettiva. L’individuo, attraverso la corporeità, ha la possibilità di esprimere il proprio modo peculiare di sentire, di percepire le cose e di manifestarlo attraverso l’azione, di esse-re. Quindi, la corporeità non soltanto conferisce senso e significato alla vita interiore ma rappresenta anche quella dimensione che ci permette di essere nel mondo in ma-niera autentica e unica. Il corpo e le sue espressioni sono parte della vita dell’uomo e della sua organizzazio-ne sociale e culturale; il movimento costituisce una delle componenti fondamentali per un’educazione integrale della persona: è proprio mediante il movimento che si acquisisce il “potere” di esplorare l’ambiente e si costruiscono esperienze comunica-zionali con le quali esprimere emozioni, idee, pensieri.

Alessandra Lo Piccolo è professore associato di Pedagogia Generale e Sociale, Pre-sidente del Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecniche delle attività motorie preventive e adattate dell’Università di Enna Kore. Docente di Pedagogia della prevenzione e della salute, Pedagogia delle attività moto-rie adattate nel Corso di Laurea triennale in Scienze delle attività motorie e sportive, Didattica delle attività motorie di gruppo, ricreative e del tempo libero nel Corso di Laurea magistrale. Per i nostri tipi ha pubblicato: Pedagogia della Salute: stress e Burn-out (2009); Cor-po ed Emozioni: prospettive educative per la valorizzazione delle espressioni perso-nali (2012).

pagine 428
978-88-6152-220-6
Euro 22,00


 

Paola Martino
Il confine e la soglia

Il ‘farsi’ umano tra antropopedagogia e postumanesimo

Il volume tenta di declinare pedagogicamente il postumanesimo muovendo da un intreccio interdisciplinare che fa dialogare filosofia, antropologia e tecnoscienze. La ricostruzione delle prevalenti linee interpretative del postumanesimo pedagogico italiano, cuore di questo saggio, mostra che la questione del post-human, lungi dall’essere estranea alla discorsività pedagogica, è stata oggetto di analisi sistematiche che lasciano emergere prospettive plurali. L’intento del volume è ripercorrere i sentieri che hanno condotto all’affermazione del po-stumanesimo e problematizzare quei passaggi paradigmatici fondamentali che hanno cata-lizzato la dichiarazione di obsolescenza dell’umanesimo anche pedagogico.

Paola Martino ricercatrice a tempo determinato di Pedagogia generale e sociale presso l’Università di Salerno, è autrice di diversi saggi a ca-rattere pedagogico. Tra le sue pubblicazioni: L’orfanatrofio tecnologi-co: quale educazione nel tempo del post-umano? (Sellino, 2005); Peda-gogia contemporanea. Teorizzare l’umanizzazione dell’uomo tra onto-logia e biotecnologie (Anicia, 2010)); con M. Attinà, L’educazione so-spesa tra reale e virtuale (Area Blu, 2016).

 

 

 

288 pagine
978-88-6152-242-8
Euro 18,00


 

AA. VV.
Una disperata vitalità Pier Paolo Pasolini: sguardi interdisciplinari e tensioni pedagogiche
a cura di Alfonso Amendola, Marinella Attinà, Paola Martino Diana Carmela Di Gennaro

Il leitmotiv, il canone continuo dell’intero volume è la poetica profeticità di un pensatore indomito e disperatamente vitale, che ha sofferto il soffribile pur non rinunciando alla fede bambina di poter essere compreso. Questo volume non vuole essere una celebrazione, ma la timida testimonianza che Pasolini ci appartiene e che, benché sia un rischio misurarsi con la sua opera e la sua poetica, resta vivo in alcuni il desiderio di comprenderlo anche a costo di fare i conti con inevitabili sbavature ermeneutiche. Pasolini non muore.

Alfonso Amendola insegna Sociologia degli audiovisivi sperimentali e Sociologia dello spettacolo multimediale presso l’Università degli Studi di Salerno. Marinella Attinà insegna Pedagogia generale e Pedagogia sociale presso l’Università di Salerno. Paola Martino insegna Pedagogia generale presso l’Università di Salerno.

 

 

 

124 pagine
978-88-6152-235-0
Euro 18,00


 

Diana Carmela Di Gennaro
La formazione docente in chiave semplessa
Riflessioni sulla dimensione implicita dell’insegnamento


Il testo si inserisce nel solco di studi volti ad indagare le variabili implicite che influiscono sull’agire didattico del docente, partendo dal presupposto che esiste un sapere della pratica degli insegnanti che, non passando attraverso una comunicazione esplicita, si nutre di credenze, opinioni, valori e atteggiamenti che poi si sostanziano in specifiche, sebbene spesso inconsapevoli, modalità d’azione didattica. A partire dalle suggestioni provenienti dagli studi sulla didattica semplessa, l’autrice individua nella teoria della semplessità elaborata da Alain Berthoz un possibile strumento concettuale per ripensare la formazione docente, con l’obiettivo di individuare nuovi approcci in grado di favorire nell’insegnante una consapevole ricognizione degli strumenti e delle regole di adattamento di cui dispone, ampliando e riconfigurando lo spazio e le modalità d’interazione tra docente e discente.

Diana Carmela Di Gennaro è Dottore di ricerca in “Metodologia della ricerca educativa e della ricerca formativa” presso il Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione dell’Università degli Studi di Salerno. È titolare dell’insegnamento di Didattica Generale presso il Corso di Laurea triennale in Scienze dell’Educazione del suddetto Dipartimento. La sua attività di ricerca in ambito universitario si è focalizzata principalmente sullo studio di strategie e strumenti didattici in grado di favorire il processo di insegnamento-apprendimento in presenza di studenti con Bisogni Educativi Speciali e sulla formazione docente per la promozione di pratiche didattiche inclusive.

 

 

124 pagine
978-88-6152-217-6
Euro 16,00


 

Giuseppe De Simone
Interventi educativi nelle fattorie didattiche

“Interventi educativi nelle fattorie didattiche” è, in sintesi, un testo che sulla base di una specifica esperienza pratica, affronta in modo approfondito e con riflessioni accurate, alcuni problematiche generali tipiche della pedagogia e della didattica. Il lavoro illustra il progetto di ricerca EDUFARM che ha visto l’istituzione di una rete di aziende agricole e agrituristiche finalizzata ad accogliere scolaresche per giornate di didattica coordinate e gestite da formatori. Il progetto “Edufarm” ha costituito in questo senso un “setting” sperimentale perfetto per l’implementazione e la valutazione dell’efficienza e dell’efficacia della metodologia didattica sviluppata. Il progetto si ispira ai dettami della pedagogia attiva, del learning by doing deweiano e cerca di realizzarli attraverso la pratica delle fattorie didattiche. La didattica laboratoriale rappresenta dunque il fil rouge del lavoro che da un’analisi di tipo teorico delle principali teorie di riferimento conduce alla realizzazione delle stesse su un piano pratico illustrando l’esperienza concreta vissuta nell’ambito del progetto dai bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria.

Giuseppe De Simone è Ricercatore di Pedagogia Sperimentale (M-Ped/04) ed è docente di Tecnologie per l’Apprendimento presso l’Università degli Studi di Salerno. Componente dell’Albo Esperti della Valutazione Profilo Esperti Telematici dell’Anvur. Lavora da molti anni nel settore della formazione a distanza, è autore di molti software didattici. Ha ideato il Social Learning LiveCampus, curandone la progettazione scientifica, la realizzazione e la sperimentazione. Tra le ultime pubblicazioni figurano: An enactivist approach to Web-Based Learning: LiveCampus as a proposal of learning environment (2015); Design di una soluzione pedagogico-didattica-tecnologica per la multimodalità di presentazione (2015); Learning Managment System Social Oriented: analisi e profili d’uso (2014); Apprendimento Sociale e web learning (2012).

 



978-88-6152-217-6
Euro 16,00


 

Giuliano Minichiello
Pensare il conoscere
Il Martin pescatore e il problema della mente


Le più recenti acquisizioni scientifiche, come l’identificazione e la decifrazione del codice genetico, la comprensione di alcuni importanti meccanismi del nostro cervello, la creazione di una “realtà virtuale” che ha stravolto non solo la dimensione comunicativa ma anche quella della vita quotidiana degli abitanti del pianeta, non sono prive di effetto sul pensiero filosofico, anche se il compito di “pensare il conoscere”non appare di semplice e immediata esecuzione. Non è pienamente avvertito il fatto che, a considerare il sapere scientifico nel suo insieme, nel suo polarizzarsi tra l’immagine fisica dell’universo (non deterministica) e l’interpretazione neurofisiologica della mente (deterministica) un diverso, potente motivo di dibattito viene a introdursi nel suo cuore centrale, il miraggio di una “conoscenza del fondamento scientifico assoluto”, che, come è ovvio, trasferisce di nuovo tutta intera la problematica del conoscere all’interno del lavoro critico e interpretativo del pensare in un orizzonte filosofico. In termini semplici, occorrerà rispondere alla domanda: “l’atomo spiega il neurone o il neurone spiega l’atomo?”.
Questo libro nasce dal tentativo di recare un contributo al chiarimento di ciò che è in questione nel rapporto tra teoria fisica del mondo e teoria neurofisiologica della mente, verificando la pretesa di giungere a definire, quale, tra le due, debba o possa costituire la base di un credibile fondamento assoluto del sapere.

Giuliano Minichiello, professore ordinario di Pedagogia generale e di Filosofia dell’educazione all’Università di Salerno, è autore di numerosi saggi dedicati alla ricerca dei fondamenti dell’apprendimento, della conoscenza e della tecnologia nell’ambito del sapere. Tra essi ricordiamo: La tecnica e l’episteme. Per una ermeneutica della razionalità scientifica (1983), Il mondo interpretato. Educazione e teoria della conoscenza (1995), Il principio imperfezione (2006), Su alcuni paradossi della meccanica quantistica da un punto di vista logico (Premio “Valitutti”, 2006), Memoriale del tempo. Logica e metafisica del senso (2013).

 

978-88-6152-201-5
Euro 18,00


 

Giuseppe Acone Valeria Vitale Deborah Di Maio
Orizzonte teorico e pedagogia tra umanesimo e post umanesimo

Il volume tenta una rapida ricognizione dell’attuale transizione dall’umanesimo al postumanesimo, cercando di salvare lo specifico ambito che sta tra l’umanesimo pedagogico, le scienze umane e la tendenziale affermazione del postumanesimo scientifico.
L’attuale rigoglioso sviluppo delle tecnoscienze, delle neurobiologie e di quanto attiene alla radicale trascrizione di tutto ciò che è umano nella sua versione radicalmente biologica e biogenetica, rischia di spazzar via qualsiasi sguardo conoscitivo e progettuale riconducibile ad un minimo di autonomia delle cosiddette scienze umane e, in ispecie, della pedagogia e del suo referente fondamentale, costituito pur sempre dell’educazione dell’uomo.
L’angolazione scelta dagli autori è quella della teorizzazione di confine su questi argomenti, colta, tra gli altri riferimenti fondamentali, nelle grandi sintesi teoriche di Peter Sloterdijk e Niklas Luhmann.

Giuseppe Acone, Professore ordinario di Pedagogia generale presso l’Università di Salerno da trentacinque anni, già Preside della Facoltà di Scienze della Formazione della stessa università, ha al suo attivo numerosissime opere di Pedagogia generale, tra le quali si segnalano qui le più recenti: G. Acone, La paideia introvabile, La Scuola, Brescia, 2004; G. Acone e Altri, Pedagogia dell’adolescenza, La Scuola, Brescia, 2004; G. Acone, L’orizzonte teorico della pedagogia contemporanea, Edisud, Salerno, 2006; G. Acone e Altri, Esplorazioni teoriche in pedagogia, Edisud, Salerno, 2006; G. Acone e Altri, Figure teoriche della pedagogia contemporanea, Monduzzi, Milano, 2012; G. Acone, Di generazione in generazione, Pensa Editore, Lecce, 2013.

Valeria Vitale, in possesso di laurea magistrale in «Educatori professionali ed esperti della formazione continua», è attualmente dottoranda di ricerca in «Metodologia della ricerca educativa e della ricerca formativa» presso l’Università di Salerno.

Deborah De Maio è in possesso di laurea magistrale in «Educatori professionali ed esperti della formazione continua».

132 pagine
978-88-6152-186-5
Euro 16,00


 

Giuseppe Acone
Di generazione in generazione
Quarant’anni di cultura pedagogica italiana tra ricostruzione storica ed autobiografia

Il volume tenta di coniugare il pensiero, la biografia e l’opera complessiva di Giuseppe Acone attraverso un colloquio-intervista curato da tre giovani studiose, allieve e collaboratrici del pedagogista salernitano. La giornalista Ornella Trotta e le due ricercatrici universitarie, Paola Martino ed Elena Visconti, instaurano un fitto dialogo con il loro maestro sulle vicende culturali della seconda metà del Ventesimo secolo e sul primo decennio del Ventunesimo. i ricognizione storiografica, il libro mostra come, attraverso la biografia intellettuale di Giuseppe Acone, si possa realizzare per tanti versi, non solo l’analisi della coscienza culturale, vista in prospettiva paidetica, pedagogica ed educativa, ma il tentativo di penetrare molti aspetti complessi e plurali della condizione umana e dell’orizzonte culturale in una fase difficile, complicata ed estremamente problematica del nostro tempo.

Giuseppe Acone, Professore ordinario di Pedagogia generale nell’Università di Salerno da oltre trent’anni, Professore di Pedagogia generale dal 1979 al 2007 presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, successore fin dal 1980 di Roberto Mazzetti su di una delle Cattedre più prestigiose nel campo del sapere pedagogico nazionale, Direttore per molti anni del Dipartimento di Scienze dell’educazione della stessa Università, già Preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Ateneo salernitano, è autore di molte opere di cui si dà riscontro nel presente volume. Dal 1° novembre 2012, per raggiunti limiti di età, è professore emerito presso l’Ateneo salernitano.
Paola Martino, Dottore di ricerca in Metodologia della ricerca pedagogica e psicologica, per molti anni collaboratrice alla cattedra di Pedagogia generale dell’Università di Salerno (Prof. G. Acone), è attualmente titolare di un assegno di ricerca, presso il Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione  dell’Università di Salerno. È autrice del volume Pedagogia contemporanea. Teorizzare l’umanizzazione dell’uomo tra ontologia e biotecnologie (2010) e di diversi saggi pubblicati in Riviste e volumi collettanei.
Ornella Trotta, laureata in Lettere presso l’Università di Salerno, Professoressa negli istituti di scuola secondaria superiore, giornalista professionista, Direttore della Rivista I fatti, è da molti anni collaboratrice esterna alla cattedra di Pedagogia generale dell’Università di Salerno.
Elena Visconti, è ricercatrice confermata di Pedagogia generale e sociale presso l’Università di Salerno. Insegna Pedagogia generale presso la Facoltà di Scienze della Formazione. È autrice del volume Processi educativi e apprendimento elettivo. Fenomenologia dello sviluppo tra implicito ed esplicito (2011) e di diversi saggi pubblicati in Riviste e volumi collettanei.

264 pagine
978-88-6152-177-3
Euro 18,00


 

P. Aiello
Il cammino della ricerca didattica sul corpo in movimento verso la semplessità
Aspetti epistemologici e metodologici

Il testo si propone di evidenziare la necessità di una riflessione teorica che precede la selezione di metodi e strumenti per la ricerca didattica sul corpo in movimento, delineando un orizzonte interpretativo che riconosca nella nozione di «semplessità» un luogo di  sintesi e di coerenza.
La descrizione sintetica dei principali approcci alla ricerca scientifica mostra le tappe e guida le scelte del cammino che conduce verso modelli innovativi, finalizzati a decifrare la complessità dello specifico oggetto di studio.

Paola Aiello è Phd in «Metodologia della Ricerca Educativa» e Ricercatore Universitario nel settore scientifico-disciplinare di Didattica e Pedagogia Speciale presso il Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione dell’Università di Salerno.
La sua attività di ricerca in ambito universitario si è sviluppata prevalentemente sul tema della relazione tra corpo e cognizione nei processi di insegnamento-apprendimento, oggetto di pubblicazioni scientifiche, nazionali ed internazionali, e di attività di docenza, in qualità di Visiting Professor, presso il Polo Universitario Savaria dell’Ungheria Occidentale, Szombathely.

 

 

 


116 pagine
978-88-6152-169-8
Euro 16,00


 

N. Carlomagno
Corpo, movimento e didattica: emergenze formative e sviluppi professionali
I nuovi profili professionali motorio-sportivi nei contesti educativi per l’età evolutiva

Il lavoro di ricerca descritto nel testo evidenzia la complessità e la pluralità del fenomeno motorio-sportivo e la sua dimensione pedagogica, analizzando le potenzialità didattico-formative del corpo in movimento nei contesti educativi. Il testo, attraverso una ricognizione ed una specifica analisi delle  norme regionali e dei regolamenti territoriali a sostegno dello sviluppo dell’educazione motorio-sportiva, pone l’attenzione sulle diverse opportunità legislative per lo sviluppo delle attività complementari ed integrative a quelle scolastiche sul piano educativi.
Sul piano storico il lavoro analizza l’evoluzione in campo educativo-motorio dei programmi, degli orientamenti e delle indicazioni ministeriali, sviluppando uno studio specifico sulla coerenza dei  modelli e  dei percorsi di formazione destinati ai  docenti in questo specifico ambito.
Lo studio definisce quindi il portafoglio delle competenze trasversali e specifiche indispensabili nel campo dell’educazione motorio-sportiva in ambienti formali e non.
I risultati del lavoro di ricerca presentato nel testo si sono tradotti nella definizione di possibili percorsi universitari finalizzati a delineare un profilo di competenze professionali spendiibili sia in ambito scolastico che negli altri contesti educativi.

Nadia Carlomagno è PhD in «Qualità della formazione, sviluppo della conoscenza e saperi delle differenze» conseguito  presso l’Università degli Studi di Firenze. Ricercatrice presso la Facoltà di Scienze della Formazione  dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, la sua attività di ricerca si è sviluppata dal 2002 attraverso studi sull’evoluzione storica delle attività motorie nelle Istituzioni educative e della formazione, approfondendo sia sul piano teorico che sperimentale le potenzialità didattiche del corpo in movimento ed i suoi diversi significati educativi ed inclusivi. Nel 2008 è stata  Visiting Professor per la disciplina «Epistemologia delle Scienze Sportive» presso l’Università dell’Ungheria Occidentale «Nyugat-magyarorszagì Egyetem, Savaria Egyetem Központ», Szombathely. È autrice di numerose pubblicazioni presenti su riviste e testi nazionali ed internazionali riferiti a lavori presentati nel corso di eventi scientifici.

188 pagine
978-88-6152-170-4
Euro 16,00


 

P. Aiello
Metodi e strumenti della ricerca didattica sul corpo in movimento


Il testo esprime una riflessione critica sui significati e sui metodi della ricerca didattica sul corpo in movimento, soffermandosi sulla specificità dell’oggetto di studio che condiziona l’articolazione del processo di ricerca, la scelta degli strumenti da utilizzare e le finalità da perseguire, nella piena consapevolezza dell’interdipendenza di oggetto e metodo.
La storicità dei criteri di oggettivazione induce a non assumere posizioni rigide che identificano la «scientificità» della conoscenza esclusivamente con il modello sperimentale e sollecita a ricercare nella sistematicità e nella intenzionalità dell’indagine la coerenza e il rigore dell’intero processo di ricerca e di costruzione del sapere.
Il definitivo affrancamento del sapere scientifico dalla gabbia dell’unicità di forme interpretative o esplicative immutabili induce a leggere le acquisizioni della ricerca scientifica in chiave di complessità crescente e probabilità dei risultati.

Paola Aiello è Phd in «Metodologia della Ricerca Educativa» e Ricercatore Universitario nel settore scientifico-disciplinare di Didattica e Pedagogia Speciale presso il Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione dell’Università di Salerno.
La sua attività di ricerca in ambito universitario si è sviluppata prevalentemente sul tema della relazione tra corpo e cognizione nei processi di insegnamento-apprendimento, oggetto di pubblicazioni scientifiche, nazionali ed internazionali, e di attività di docenza, in qualità di Visiting Professor, presso il Polo Universitario Savaria dell’Ungheria Occidentale, Szombathely.

 

 



200 pagine
978-88-6152-156-8
Euro 16,00


 

A. Lo Piccolo
Corpo ed emozioni

Prospettive educative per la valorizzazione delle espressioni personali

In una società caratterizzata da un generale disinteresse per la vita emotivo-affettiva in cui, conformismo emotivo ed educazione logico-formale sembrano prevalere, l’alfabetizzazione affettiva è strumento di gestione, comprensione e riflessione sulle esperienze, strumento di conoscenza personale, base sicura per la formazione di persone sane.
L’emotività riconosciuta consente già al bambino di far emergere il suo desiderio d’essere, di far dispiegare la sua realtà costitutiva, impedendo processi di omologazione o di dipendenza decisionale; l’emozione, infatti, dà origine all’azione dell’individuo: dalla regolazione degli affetti dipende la capacità di regolare il pensiero e il comportamento, dall’incapacità di regolare i propri stati affettivi, hanno origine i disturbi emozionali. La scuola diviene luogo privilegiato in cui far sviluppare quelle competenze emozionali, quali l’esplorazione, la conoscenza e la rielaborazione delle emozioni e ciò risulta maggiormente efficace quando a mediare tale processo è il corpo. Quest’ultimo, in quanto parte della vita dell’uomo e della sua organizzazione sociale e culturale, costituisce una delle componenti fondamentali per un’educazione integrale della persona, con la quale esprimere pensieri, idee ed emozioni: di quì il ruolo determinante che ha l’educazione all’affettività a partire dal corpo, per consentire all’educando di prendere coscienza di se stesso e delle sue emozioni, oltre che di quelle altrui. Partendo da questa analisi dei principali problemi emotivi ed affettivi si sono individuate alcune possibilità metodoloco-didattiche tra cui lo psicodramma pedagogico, il teatro, il gioco, il disegno, le favole e la musica come strumenti didattici dal forte potere evocativo-emozionale.

Alessandra Lo Piccolo ricercatore confermato di Didattica e Pedagogia Speciale nell’Università di Enna «Kore», presso la Facoltà di Scienze Umane e Sociali; insegna Pedagogia e Didattica nei Corsi di Studio in Scienze motorie. Consegue il titolo di Dottore di Ricerca in «Pedagogia e didattica in prospettiva interculturale», nel 2005, presso l’Università degli Studi di Palermo, dissertando una tesi dal titolo «La relazione d’aiuto come strumento educativo al «Malato Persona» e all’Equipe socio-sanitaria».
Nel 2010 consegue un perfezionamento in «Esperto delle relazioni educative familiari», presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. I principali interessi di studio e di ricerca riguardano la pedagogia della salute e del benessere, la cura in educazione e la formazione in Sanità.
Tra le sue ultime pubblicazioni: A. Lo Piccolo, Pedagogia della salute: stress e Burnout, Pensa Editore, Lecce, 2008; A. Lo Piccolo, Un corpo per esistere, percorsi pedagogici, Napoli, 2008; A. Lo Piccolo, Percorsi di Formazione nel socio-sanitario, per una pedagogia che si prende cura dell’uomo, Napoli, 2008; A. Lo Piccolo, L’attività Motorio-Sportiva per il benessere nella terza età: prospettive di ricerca in I significati del movimento nella ricerca didattica. Approcci di ricerca e protocolli sperimentali a confronto a cura di Maurizio Sibilio, Napoli, 2012.

352 pagine
978-88-6152-165-0
Euro 20,00


 

E. Mannese
Apprendimento e formazione: nuove prospettive di ricerca

PREMIO ITALIANO DI PEDAGOGIA 2016

Potrebbe essere interessante pensare ad un nuovo paradigma cognitivo prendendo come punto di partenza i processi formativi, in modo da poter sintetizzare le istanze della scienza della mente (quella dei neuroscienziati dinamici N. Doidge, Alva Noë, S. I. Greenspan, e quella dei riduzionisti, che nel saggio viene esaminata analizzando la prospettiva di Martin L. Hoffman). Riflettere sulla struttura, la funzionalità, la genetica del sistema mente-cervello serve soprattutto a misurare la perfezione di un meccanismo alla cui base agisce il pensiero, la relazione, il mondo, il senso. Questi i temi analizzati nel lavoro di Emiliana Mannese.

Emiliana Mannese è ricercatrice confermata presso il Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione dell’Università degli Studi di Salerno. Insegna Pedagogia generale e sociale e Pedagogia clinica presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Salerno. Studia i processi di apprendimento ed i rapporti tra epistemologia e tecniche formative rivolte all’analisi del concetto di pensiero e conoscenza. Nella stessa collana ha pubblicato Pensiero ed epistemologia: saggio sulla pedagogia clinica, 2011.

 

 

 



120 pagine
978-88-6152-157-5
Euro 16,00


 

L. Acone
Il fanciullino di legno
Immagini letterarie dell’infanzia tra Collodi e Pascoli

Autori diversi e distanti, Collodi e Pascoli ci consegnano, per la prima volta, le chiavi di un’infanzia nascosta, e ce ne fanno dono ‘rivelandola’ attraverso le debolezze, le fragilità, le passioni e gli incanti del vivere fanciullo.
Lontani da ipocrite rappresentazioni fittizie e precostituite di ciò che l’infanzia avrebbe dovuto – da contratto letterario – essere e rappresentare, due grandi scrittori costruiscono il racconto magico dell’essenza bambina, con i desideri, la meraviglia, le sofferenze e le delusioni che la rendono, di fatto, ‘regione d’incanto’ dello spazio umano.
Ed allora l’irriverenza monella del burattino di legno – primo, vero bambino della letteratura, in mezzo a tanti bambini finti di carne ed ossa – libera l’infanzia, ne dà rappresentazione schietta e realistica, ce ne partecipa la sostanza, rispetto ad un inaridimento adulto che tende a disperderne la memoria. Ed il fanciullino dolente di Pascoli, dopo aver fatto capolino nelle distratte coscienze dei grandi, ridimensiona – come solo i bambini, con la loro arcana saggezza sanno fare – gli eccessi, emotivi e razionali, del vivere adulto, ‘inchiodandoci’ ad una interpretazione della vita che non può prescindere da una profonda rilettura e da una (spesso dolente) rielaborazione dell’infanzia lontana.

Leonardo Acone ricercatore confermato, insegna letteratura per l’infanzia presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Salerno. Si occupa in maniera specifica dei rapporti tra letteratura ed infanzia e delle possibili intersezioni, di natura storico-pedagogica, tra letteratura per l’infanzia e letteratura italiana. Ulteriori campi di ricerca ed approfondimento scientifico sono quelli relativi ai rapporti didattici, formativi e culturali tra la letteratura, la musica e le arti, frutto degli studi sviluppati durante il biennio 2000-2001 presso le Università Paris 8 e La Sorbonne di Parigi. Leonardo Acone svolge, inoltre, attività di ricerca in ambito di comparazione artistica, con particolare riferimento alla letteratura ed alla musica dell’Ottocento, tenendo regolarmente lezioni concerto e master-class sull’argomento, in qualità di relatore e di musicista.
Ha pubblicato: Note su formazione, mediazione e mediatizzazione, in AA. VV., L’ultima metafora dell’educazione estetica, Pensa, Lecce, 2002; L’infanzia inventata. Riflessioni e ritratti sulla letteratura per l’infanzia, dell’infanzia e sull’infanzia, Delta 3, Grottaminarda, 2005 - 2007; Dante-Liszt. Per una definizione dei rapporti tra poesia e musica, in Lavori in Corso. Ricerche di Italianistica, Delta 3, Grottaminarda, 2007. Da Lilliput a Metropoli. Viaggi e luoghi della letteratura per ragazzi, Delta 3, Grottaminarda, 2008; La Sila dei briganti. Sulle novelle di Biagio Miraglia, Pensa Editore, Lecce, 2009.

84 pagine
978-88-6152-161-2
Euro 16,00


 

V. Vitale
Essere Educare Comunicare
Per una semiotica dell’apprendimento

L’insieme delle osservazioni filosofiche sulla tematica delle «malattie del linguaggio» costituiscono il punto di partenza per riflettere sul fatto che, soprattutto in ambito educativo, nell’instaurarsi della relazione dialogica tra insegnante e alunno, si deve prestare particolare cura all’uso della parola. Da un uso appropriato del linguaggio, infatti, ne deriva anche una più chiara definizione e decifrazione dei linguaggi verbali e non verbali dei soggetti coinvolti nella comunicazione educativa.
Nel presente lavoro, il sistema educativo risulta il campo privilegiato per esplorare la funzione relazionale del segno, guardando al rapporto educatore – educando e, di conseguenza, la lettura semiotica costituisce un importante strumento di servizio per leggere, nel contesto della comunicazione educativa, un apparato di produzioni segniche che rinviano, a loro volta, ad un sistema di significazione. L’analisi delle relazioni tra semiotica e pedagogia ha come obiettivo quello di tracciare i caratteri specifici di un’educazione semiologica intesa quale conoscenza profonda e responsabilità dell’uso del linguaggio, di cui i «professionisti della parola», devono farsi carico. Il ruolo assunto dagli  insegnanti, dagli educatori e, in generale, da chiunque sia impegnato nel campo dell’educazione e della formazione,  implica un impegno verso la dimensione di verità che si concretizza, innanzitutto ,attraverso il medium linguistico.

Valeria Vitale è Dottore di Ricerca in Metodologia della Ricerca Educativa all’Università degli Studi di Salerno, ha svolto attività di formazione in qualità di esperto all’interno del «Percorso di Ricerca-Azione Qualità d’Aula» per l’USR Campania, collabora alle attività didattiche e di ricerca del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Salerno.
Tra i suoi lavori si segnalano: Educazione e linguaggio. Teoria e tecnica del «performativo» nella formazione e nella «individuazione», Pensa Editore, Lecce 2010; Il linguaggio come collante delle questioni filosofiche e pedagogiche in «Educare. Rassegna di pedagogia generale e di filosofia dell’educazione», anno I, n. 1, Avellino 2005; Alcuni aspetti problematici dell’insegnamento della filosofia nella scuola secondaria superiore in «Educare. Rassegna di pedagogia generale e di filosofia dell’educazione», anno I, n. 2, Avellino 2007.

104 pagine
978-88-6152-172-8
Euro 16,00


 

E. Visconti
Processi acquisizionali e apprendimento elettivo

Fenomenologia dell’esperienza pedagogica tra implicito ed esplicito

Il saggio mette in luce i nessi teoretici della relazione tra fattori biologici, neurologici, psicologici dello sviluppo cognitivo e i fattori che dipendo specificamente dai processi formativi ed educativi. Il tentativo è quello di non sovrapporre una sorta di retorica pedagogistica agli studi della biopsicologia, della neurobiologia e alle ricorrenti questioni sull’enigma mente-cervello. Per questa caratteristica esso si presenta come uno studio sui processi evolutivi del sé e come una modalità interpretativa della pedagogia generale oggi considerata dal punto di vista della possibile questione del senso dell’educazione. Quest’ultima è vista anche come esplicitazione di quell’implicito che è la compagine delle disposizioni psichiche di ogni individuo umano.

Elena Visconti è ricercatrice confermata presso il Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione dell’Università degli Studi di Salerno. Insegna Pedagogia Clinica presso la facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Salerno. Studia i processi Elena Visconti è ricercatore di Pedagogia generale e sociale presso l’Università di Salerno. Insegna Pedagogia sociale presso la Facoltà di Scienze della Formazione. Ha pubblicato i seguenti saggi: Due modelli di identità educativa in Italia: Nord e Sud, in (a cura di G. Acone), Aspetti e problemi della pedagogia contemporanea, (2000); Le prevalenti metafore interpretative dell’adolescenza in pedagogia e stili di vita e atteggiamenti ideologici di gruppi di adolescenti italiani: identikit di un liceo classico del Mezzogiorno d’Italia, in (a cura di G. Acone), Pedagogia dell’adolescenza, (2004); Nuove vie della ricerca in pedagogia: stili formativi e contesti culturali, in (a cura di G. Acone), Esplorazioni teoriche in pedagogia, (2006); Profili formativi dell’adolescenza e forme di licealizzazione, in «Educare», (2006); La pedagogia tra stili di vita e percorsi autobiografici di adolescenti e adulti, in Quaderni del Dipartimento - Università di Salerno, Pensa Editore, Lecce, 2009; Nuovi scenari della paideia contemporanea: una generazione senza fili, in Quaderni del Dipartimento - Università di Salerno, Pensa Editore, Lecce, 2010.

 



140 pagine
978-88-6152-149-0
Euro 16,00


 

Emiliana Mannese
Pensiero ed epistemologia - Saggio sulla pedagogia clinica


L’analisi del processo mentale che produce conoscenza è un tema caro alla tradizione pedagogica generalista. In questo saggio l’attenzione alla Pedagogia Clinica nasce dall’esigenza di esaminare in maniera approfondita tutti quei processi che concorrono a costituire una possibile epistemologia
dell’umano. L’apprendimento profondo, l’empatia, le neuroscienze con lo studio sulla plasticità del cervello: questi sono alcuni dei temi esaminati nel saggio. Emiliana Mannese porta così a compimento una lunga serie di ricerche, tese, da un lato, a contrastare il riduzionismo sempre più di moda nelle odierne teorie della mente, e, dall’altro lato, a stabilire un collegamento non banale della riflessione pedagogica con l’universo delle neuro-scienze, soprattutto per quello che riguarda la possibilità di una nuova fondazione della Pedagogia cosiddetta «clinica».
    
Emiliana Mannese è ricercatrice confermata presso il Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione dell’Università degli Studi di Salerno. Insegna Pedagogia Clinica presso la Facoltà di Scienze
della Formazione dell’Università degli Studi di Salerno. Studia i processi di apprendimento ed i rapporti tra epistemologia e tecniche formative rivolte all’analisi del concetto di pensiero, conoscenza, apprendimento.
Ha pubblicato: La pedagogia clinica tra scienze umane e neuroscienze, (2002). L’apprendimento e la latenza:un caso empirico, (2007).

 

 

Euro 15,00
88 pagine
ISBN: 978-88-6152-143-8


 

Giuliano Minichiello
Il principio imperfezione - Per una Pedagogia della conoscenza


Il nucleo centrale di questo testo è la convinzione che la conoscenza coincida con la vita: conoscere significa assumere una precisa forma di vita, implica una scelta e ne esclude altre possibili; e inoltre tale forma non è da intendersi come una opzione soggettiva, ponendosi invece come la radice profonda di ogni vita integralmente intesa. L’originaria sapienza della Grecia antica e, successivamente, la filosofia nella complessità del suo sviluppo storico innalzarono la conoscenza al livello più alto dell’esistenza umana, fino a farla coincidere con la stessa forma del dio. I più antichi pensatori sancirono che, nella sua più completa manifestazione, l’esistenza è vita che riconosce se stessa e, in questo modo, è la fonte del bene. Che, a sua volta, non è se non il risolversi della vita, così come si presenta nella sua immediatezza, nella conoscenza, divenendo, perciò, verità.

Giuliano Minichiello professore ordinario di Pedagogia generale e Filosofia dell’educazione presso l’Università degli Studi di Salerno, si segnala, nel panorama filosofico e pedagogico, per il valore delle sue ricerche e della sua prospettiva di pensiero. Ne La tecnica e l’episteme (1983) e ne Il pensiero e la tecnica (1984) ha indagato la morfologia della tecnica e della scienza – di cui ha trattato una vexata quaestio in Su alcuni  paradossi della meccanica quantistica dal punto di vista logico (2006) –, non mancando di portarne alla luce la radice greca in Lo specchio di Dioniso (1984) e La nascita della ragione (1985) e di esaminarne i rapporti con il potere e i suoi drammatici esiti in Il Migliore dei mondi (2007) e in In vino veritas. Dialoghi sui minimi sistemi (2010), scritto con Luigi Anzalone e pubblicato per i nostri tipi. Alla proposizione di un neo-esistenzialismo spiritualistico Minichiello ha dedicato La vita a termine. Il pensiero del conflitto tra logica e tempo (2007), approfondendone la tematica filosofico-pedagogica in L’educazione spirituale (Pensa 2010). Della questione meridionale si è occupato in La fenditura nel cristallo. Frammenti di Mezzogiorno nel racconto nel mondo e in Meridionalismo (1997). Minichiello ha svolto ancheun’organica ricognizione della moderna pedagogia e ha proposto un modello educativo inteso alla formazione di un soggetto umano capace di giudizio critico, di autonomo orientamento nel mondo e di senso etico-comunitario in: L’educazione divisa, scritta con Giuseppe Acone (1986), Nuova razionalità e processi educativi (1988), Il doppio pensiero (1994), Il mondo interpretato (1995), Autobiografia e pedagogia. Il racconto di sé da Rousseau a Kafka (2000), Comunità Persona Comunicazione (2004), Costruire e abitare mondi (2009).

192 pagine
Euro 16,00
ISBN: 978-88-6152-137-7

 


 

A. Annarumma - F. Faiella
Saperi, tecnologie, culture in un'area del sud venticinque anni dopo

 


 

P. Di Natale
I non-luoghi dell'educazione

Quella contemporanea è un’epoca di percorsi plurali, di incertezza, di flessibilità, una condizione priva di centro, nei saperi come nelle forme di vita, contrassegnata dal politeismo dei valori, dal relativismo nelle sue differenti versioni, dall’accelerazione, dall’imprevedibilità; in tale contesto, arriva alle sue estreme conseguenze l’indebolimento del soggetto, che si rivela scisso e multiplo fino al politeismo della psiche, fragile e problematico, privo di compattezza e negato nel suo ruolo di fondamento. Di qui, la difficoltà di fondare razionalmente un significato univoco di umanità e di persona, un problema con cui oggi si confronta di necessità la riflessione pedagogica. Tra le categorie cui attualmente si cerca di rifarsi per identificare punti di riferimento utili, ci sono sicuramente quelle di riflessività e di racconto, che progressivamente si sono avvicinate, contaminandosi ed arricchendosi reciprocamente: gradualmente si è affermata l’idea di un sé concettuale, «creato» dalla riflessione del soggetto e da questi attivamente costruito narrando e narrandosi; parallelamente ha assunto un rilievo del tutto particolare l’autobiografia, come strumento non solo di espressione e di costruzione del sé ma anche di indagine e, soprattutto, di formazione. Il presente volume intende proporre una riflessione critica sui concetti di identità narrativa e di autoriflessività, analizzati alla luce della prospettiva di ragione «poietica» ed olistica caratteristica del pensiero contemporaneo, nel tentativo di offrire al lettore coordinate teorico-pratiche sulle odierne prospettive dell’impegno educativo e formativo.

Paola Di Natale svolge da anni attività di ricerca presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Salerno; nello stesso Ateneo è stata docente di varie discipline dell’area pedagogica e titolare dell’insegnamento di Educazione degli adulti. Oltre a saggi in volumi collettanei e riviste, ha pubblicato: Le vie dell’invenzione. Ermeneutica e creatività (Napoli 2001), Autobiografia e didattica (con G. Minichiello e C. Manna, Brescia 2003), I nonluoghi dell’educazione. Carcere e ospedale tra storia e ricerca (Lecce 2005).

 

ISBN 978-88-6152-065-3
Euro 16,00

 


 

P. Di Natale
Riflessività e racconto

In carcere e in ospedale l’educazione si confronta con situazioni per così dire estreme: territori di confine e di transito obbligato, essi si rivelano allo sguardo pedagogico come nonluoghi, spazi non identitari, non relazionali e non storici, in cui si sperimentano al grado più alto il rischio e il senso dell’educare. Il volume, muovendo da tale categorizzazione, propone un itinerario di analisi che incrocia tre linee di ricerca. La prima è volta a ricostruire storicamente il processo di esclusione/inclusione che caratterizza le istituzioni totali, alla luce dei modelli teorici di formazione che si sono affermati nel corso della modernità; la seconda mira a mettere in luce, in prospettiva trans-disciplinare, lo scambio simbolico del linguaggio medico-giudiziario, che caratterizza la nascita e lo sviluppo del carcere e dell’ospedale e ne fonda le pratiche educative, allo scopo di far emergere i nodi problematici del rapporto tra pena e rieducazione e tra malattia ed integrazione. Infine, vengono presentati e discussi i risultati di una ricerca sul campo, condotta ascoltando la voce degli operatori, che cerca di illuminare il modo in cui gli addetti alla «cura educativa» nelle due organizzazioni interpretano la configurazione culturale e pedagogica della comunità in cui sono inseriti ed elaborano il significato, gli scopi, i limiti della propria attività.

Paola Di Natale, dottore di ricerca in Metodologia della ricerca educativa, svolge attività di studio e di collaborazione scientifica e didattica presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Salerno. In qualità di assegnista presso il Centro di Eccellenza della stessa Università, è componente del gruppo di ricerca «Methods and Systems for Learning and Knowledge». Uno dei nuclei delle sue indagini è costituito dal rapporto tra processi cognitivi, attitudini immaginative e creatività; si occupa anche di modellistica dei processi di insegnamen-to/apprendimento, di questioni di storia della pedagogia e filosofia dell’educazione. Oltre a vari saggi in riviste specialistiche e in volumi collettanei, ha pubblicato: Le vie dell’invenzione. Ermeneutica e creatività (Napoli 2001) e Autobiografia e didattica (con G. Minichiello e C. Manna, Brescia 2003).

 



ISBN 88-89267-47-X
Euro 19,00


 

F. Faiella
I processi formativi nella società della conoscenza


 

G. Minichiello
Il principio imperfezione


Come deve trasformare se stesso un soggetto per diventare capace di conoscenza e, di converso, come deve conoscere per diventare capace di trasformare se stesso? L’interrogativo nasce dalla constatazione che l’individuo, così com’è, non è in grado di cogliere la verità: egli deve, dunque, in certo qual modo, andare oltre la propria condizione di soggetto e rendersi così portatore di verità. D’altro canto, non potrebbe operare nessuna trasformazione di sé se la verità non gli si facesse incontro e non gli si offrisse come dimensione di vita, forma d’esistenza. La conoscenza più grande, così, che è da pensarsi come un dono d’altri, è quella che mostra e rivela la nostra imperfezione, spingendoci alla cura (di noi stessi e degli altri) e alla pratica delle virtù passive, le sole idonee a esprimere il compito essenziale: l’uomo non deve tanto costruire la sua vita, quanto proseguire la sua incompiuta nascita.

Giuliano Minichiello è professore ordinario di Pedagogia generale e sociale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Salerno. Insegna Filosofia dell’educazione e Pedagogia generale; svolge attività di ricerca nell’ambito dell’epistemologia pedagogica, della pedagogia dell’apprendimento e delle questioni relative agli aspetti etici della costruzione dell’identità personale. E’ componente del Comitato direttivo di «Educare» e di «Studium Educationis». E’ direttore della rivista interdisciplinare «Passaggi». Fra le sue più recenti pubblicazioni segnaliamo: Autobiografia e pedagogia (Brescia, 2000); Comunità Persona Comunicazione (Avellino, 2004); Interferenze. Tra filosofia e pedagogia (Salerno, 2005

ISBN 88-89267-91-7
Euro 16,00


 

R. Russo
Epistemologia ed insegnamento delle scienze

Il testo ricostruisce lo svolgimento storico delle idee epistemologiche che si sono succedute nel tempo recente, incrociandolo con la pratica scolastica dell’insegnamento delle discipline scientifiche. L’ipotesi è che, da un lato, la dimensione epistemologica debba essere letta come una corrente «calda» della stessa ricerca sul campo, e, dall’altro, che possa e debba offrire quadri di riferimento per la comunicazione e l’apprendimento delle discipline già «formate». Approdando all’articolazione di una proposta didattica di tipo innovativo (storico-dialogico) per l’insegnamento delle discipline scientifiche, il lavoro propone un’effettiva integrazione tra discipline scientifiche e discipline umanistiche ed apre una nuova strada alle ricerche relative ad un amplissimo ambito disciplinare. Rita Russo è Dottore di Ricerca in Metodologia della Ricerca Pedagogica e Psicologica, ha svolto attività di formazione rivolta a docenti di ogni ordine e grado all’interno del «Percorso di Ricerca-Azione Qualità d’Aula» per l’USR Campania, ha collaborato alle attività didattiche presso l’Università degli Studi di Napoli «Suor Orsola Benincasa», collabora alle attività di ricerca del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Salerno. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Pedagogia e Scienze cognitive in «Educare. Rassegna di Pedagogia Generale e di filosofia dell’Educazione», n.1, (Avellino 2005); L’insegnamento scientifico: significato e limiti in «Educare. Rassegna di Pedagogia Generale e di filosofia dell’Educazione», n. 2, (Avellino 2006); Dalla scienza del vero alla verità della scienza: la prospettiva di H. Putnam in «Quaderni del Dipartimento di Scienze dell’Educazione», Pensa Editore, Lecce 2007; Il problema dell’analfabetismo scientifico: riflettiamo sulle cause. Una proposta di intervento didattico: il metodo storico-dialogico in «Educare. Rassegna di Pedagogia Generale e di filosofia dell’Educazione», n.3, (Avellino 2007).

Il testo ricostruisce lo svolgimento storico delle idee epistemologiche che si sono succedute nel tempo recente, incrociandolo con la pratica scolastica dell’insegnamento delle discipline scientifiche. L’ipotesi è che, da un lato, la dimensione epistemologica debba essere letta come una corrente «calda» della stessa ricerca sul campo, e, dall’altro, che possa e debba offrire quadri di riferimento per la comunicazione e l’apprendimento delle discipline già «formate». Approdando all’articolazione di una proposta didattica di tipo innovativo (storico-dialogico) per l’insegnamento delle discipline scientifiche, il lavoro propone un’effettiva integrazione tra discipline scientifiche e discipline umanistiche ed apre una nuova strada alle ricerche relative ad un amplissimo ambito disciplinare.

Rita Russo è Dottore di Ricerca in Metodologia della Ricerca Pedagogica e Psicologica, ha svolto attività di formazione rivolta a docenti di ogni ordine e grado all’interno del «Percorso di Ricerca-Azione Qualità d’Aula» per l’USR Campania, ha collaborato alle attività didattiche presso l’Università degli Studi di Napoli «Suor Orsola Benincasa», collabora alle attività di ricerca del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Salerno.
Tra le sue pubblicazioni ricordiamo:Pedagogia e Scienze cognitive in «Educare. Rassegna di Pedagogia Generale e di filosofia dell’Educazione», n.1, (Avellino 2005); L’insegnamento scientifico: significato e limiti in «Educare. Rassegna di Pedagogia Generale e di filosofia dell’Educazione», n. 2, (Avellino 2006); Dalla scienza del vero alla verità della scienza: la prospettiva di H. Putnam in «Quaderni del Dipartimento di Scienze dell’Educazione», Pensa Editore, Lecce 2007; Il problema dell’analfabetismo scientifico: riflettiamo sulle cause. Una proposta di intervento didattico: il metodo storico-dialogico in «Educare. Rassegna di Pedagogia Generale e di filosofia dell’Educazione», n.3, (Avellino 2007).

ISBN 978-88-6152-091-2
Euro 15,00
168 pagine


 

V. Vitale
Educazione e linguaggio

Questi scritti sono il frutto delle lezioni di Pedagogia Sociale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Salerno ed affrontano le numerose tematiche oggetto di studio ed analisi della Pedagogia Sociale contemporanea. Il libro è diviso in sei capitoli ed analizza la devianza ed il paradigma pedagogico, le istituzioni e le comunità penali, le nuove tipologie di disagio giovanile, l’adolescenza ed i nuovi stili di consumo, il bullismo, lo stalking, il minore vittima di abuso, il setting formativo ed i sistemi e modelli educativi. Antonella Colonna Vilasi, ha pubblicato numerose opere su tematiche pedagogiche, analizzando in particolare il fenomeno del bullismo in ambito scolastico.

Valeria Vitale è Dottore di Ricerca in Metodologia della Ricerca Educativa all’Università degli Studi di Salerno, ha svolto attività di formazione in qualità di esperto all’interno del «Percorso di Ricerca-Azione Qualità d’Aula» per l’USR CAmpania, collabora alle attività didattiche e di ricerca del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Salerno.
Tra i suoi lavori si segnalano: Il linguaggio come collante delle questioni filosofiche e pedagogiche in «Educare. Rassegna di pedagogia generale e di filosofia dell’educazione», anno I n. 1, (Avellino, 2005); Alcuni aspetti problematici dell’insegnamento della filosofia nella scuola secondaria superiore in «Educare. Rassegna di pedagogia generale e di filosofia dell’educazione», anno I n. 2, (Avellino, 2005).

 

 

88 pagine
ISBN 978-88-6152-132-2
Euro 15,00


 

L. Anzalone
Memoria e utopia in Ernst Bloch

La filosofia dell’utopia concreta e della speranza di Ernest Bloch possiede un’indubbia importanza e una notevole attualità non solo per la sua sostanza concettuale, ma anche come invito al pensiero e all’azione contro il pericolo di disumanizzazione dell’uomo e di catastrofe ecologica. È questo l’assunto fondamentale di questo libro, dimostrato attraverso l’interpretazione della concezione dell’Eingedenken (memoria utopica), che ne porta alla luce il carattere ontologico e destinale, vissuto nell’oscurità dell’attimo.

Luigi Anzalone è autore di libri e saggi filosofici e socio-politici, tra cui si segnalano: Platone e il linguaggio (1983); Lo Specchio di Dioniso. Saggi su Giorgio Colli, scritto con Giuliano Minichiello (1984); Evento utopico e telos cosmico-religioso in Ernst Bloch (1989); L’umanità, la tecnica e la globalizzazione (2001); Evento e ricordo del Dio vivente (2002); Il sole nero del Sud (2003); Pensieri sul Partito Democratico (2007); Socrate, il demone e Apollo (2007); Disegnando molti cieli (2008).

 

 

 

 

256 pagine
ISBN 978-88-6152-000-0
Euro 18,00


 

M.E. Di Lieto
Medi@morfosi educativa e relazioni didattiche

La medi@morfosi educativa è un processo irreversibile della società contemporanea nel quale confluiscono sistemicamente le dinamiche formative della «paideia» formale e informale del nostro tempo. Il presente libro costituisce una riflessione interpretativa dei: 1. sistemi e processi di trasformazione dell’industria culturale e crisi educativa; 2. fattori di «modernizzazione» scolastica ed innovazione didattica; 3. un agire formativo rivolto al Ben/Essere educativo. . Ciò nel tentativo di fare dell’umana vocazione di educatore una più consapevole professione.

Maria Ermelinda Di Lieto è Dottore di Ricerca in «Metodologia della ricerca educativa» presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Salerno, dove svolge attività di studio sulle implicazioni pedagogico-didattiche dei sistemi di comunicazione multimediale e sulle competenze formative della professionalità docente. Dal 1997 svolge attività di docenza a contratto presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, l’Università degli Studi di Salerno e l’Università telematica Pegaso. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni in saggi e riviste scientifiche. Abilitata nelle classi di insegnamento A043-A050-A036-A037, è docente di Lettere in ruolo negli Istituti di Istruzione Secondaria Inferiore.

 

 

 

 

ISBN 978-88-06152-138-4
Euro 15,00


 

G. Minichiello
L'educazione spirituale

Perché ritornare sulla questione dello spirito in un’epoca che Charles Taylor non ha esitato a definire «secolare»? Con l’espressione l’autore, distinguendo l’aggettivo da precedenti accezioni, intende indicare il fenomeno generalizzato, soprattutto in Occidente, in cui il credere è divenuto una semplice opzione per l’individuo; anche l’ateo crede, così come il credente; nella situazione attuale, in virtù di un eccesso di auto-riflessività, sembra diventare necessario – per dirla con Gianni Vattimo – credere di credere, cioè scegliere innanzi tutto di voler credere, e accompagnare questa scelta, una fra molte nel mercato delle idee, con il dubbio costante che essa, appunto, non sia un atto, un’azione, un modo di essere nella vita, ma una credenza anch’essa, di secondo grado magari, confinante con l’auto-illusione. La «spiritualità» si identifica con la New Age, con una certa modalità del costume, con uno dei possibili arredi delle nostre esistenze. Eppure, come dovrebbe essere noto, nessuna parola è più ricca di significati e di sfumature della parola spirito, al punto che, con piena ragione, si è parlato di «confusione circa il suo significato» e della difficoltà di tracciarne l’evoluzione semantica e lo sviluppo storico. Nel presente lavoro non si ha l’ambizione di riuscire là dove studiosi di molte discipline sono ancora all’opera. Nostra intenzione è quella di parlare di spirito e spiritualità non per definire o a partire da definizioni, ma nella convinzione che, comunque, proprio oggi, sia diventato non più rinviabile riaccogliere certi vocaboli nei nostri discorsi, avvicinarsi al senso che esprimono, anche se questo rimane nascosto, senza che ce ne rendiamo conto, nelle stesse parole che crediamo di pronunciare in piena autonomia.

Giuliano Minichiello è professore ordinario di Pedagogia generale e sociale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Salerno. Insegna Filosofia dell’educazione e Pedagogia generale; svolge attività di ricerca nell’ambito dell’epistemologia pedagogica, della pedagogia dell’apprendimento e delle questioni relative agli aspetti etici della costruzione daell’identità personale. È componente del Comitato direttivo di «Educare» e di «Studium Educationis». È direttore della rivista interdisciplinare «Passaggi». Fra le sue più recenti pubblicazioni segnaliamo: Autobiografia e pedagogia (Brescia, 2000); Comunità Persona Comunicazione (Avellino, 2004); Il principio imperfezione (Lecce, 2007); La vita a termine (Venezia, 2007).

ISBN 978-88-6152-110-0
Euro 16,00
148 pagine


 

A.C. Vilasi
Pedagogia sociale - Scritti di pedagia sociale contemporanea

Questi scritti sono il frutto delle lezioni di Pedagogia Sociale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Salerno ed affrontano le numerose tematiche oggetto di studio ed analisi della  Pedagogia Sociale contemporanea. Il libro è diviso in sei capitoli ed analizza la devianza ed il paradigma pedagogico, le istituzioni e le comunità penali, le nuove tipologie di disagio giovanile, l’adolescenza ed i nuovi stili di consumo, il bullismo, lo stalking, il minore vittima di abuso, il setting formativo ed i sistemi e modelli educativi.

Antonella Colonna Vilasi
, ha pubblicato numerose opere su tematiche pedagogiche, analizzando in particolare il fenomeno del bullismo in ambito scolastico.

308 pagine
ISBN 13: 978-88-6152-111-7
Euro 18,00


 

A.C. Vilasi
Pedagogia sociale - Figure del disordine quotidiano

Questo secondo volume di Pedagogia sociale, frutto delle lezioni di Pedagogia Sociale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Salerno, analizza le dinamiche gruppali inerenti l’outgroup ed l’ingroup, che rivestono grande rilevanza durante l’adolescenza, il terrorismo psicologico in ambito lavorativo, definito mobbing, e la famiglia contemporanea, divisa tra normalità e patologia, famiglia che costituisce per il bambino la prima e più importante agenzia sociale. Il libro è diviso in tre capitoli e si propone come una disamina delle figure del disordine quotidiano.

Antonella Colonna Vilasi, ha pubblicato numerose opere su tematiche pedagogiche, analizzando in particolare il fenomeno del bullismo in ambito scolastico. Frutto delle ricerche condotte in ambito educativo sono: Le testimonianze dei bambini nei casi di presunto abuso sessuale, 2008, Il Bullismo, 2008, Pedagogia sociale. Scritti di pedagogia sociale contemporanea, 2010 e Il recupero sociale. Nuove prospettive di pedagogia sociale, 2010.

ISBN 978-88-6152-117-9
Euro 16,00
184 pagine


 

Giuseppe De Simone
Interventi educativi nelle fattorie didattiche

“Interventi educativi nelle fattorie didattiche” è, in sintesi, un testo che sulla base di una specifica esperienza pratica, affronta in modo approfondito e con riflessioni accurate, alcuni problematiche generali tipiche della pedagogia e della didattica.
Il lavoro illustra il progetto di ricerca EDUFARM che ha visto l’istituzione di una rete di aziende agricole e agrituristiche finalizzata ad accogliere scolaresche per giornate di didattica coordinate e gestite da formatori. Il progetto “Edufarm” ha costituito in questo senso un “setting” sperimentale perfetto per l’implementazione e la valutazione dell’efficienza e dell’efficacia della metodologia didattica sviluppata.
Il progetto si ispira ai dettami della pedagogia attiva, del learning by doing deweiano e cerca di realizzarli attraverso la pratica delle fattorie didattiche. La didattica laboratoriale rappresenta dunque il fil rouge del lavoro che da un’analisi di tipo teorico delle principali teorie di riferimento conduce alla realizzazione delle stesse su un piano pratico illustrando l’esperienza concreta vissuta nell’ambito del progetto dai bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria.Giuseppe De Simone è Ricercatore di Pedagogia Sperimentale (M-Ped/04) ed è docente di Tecnologie per l’Apprendimento presso l’Università degli Studi di Salerno.
Componente dell’Albo Esperti della Valutazione Profilo Esperti Telematici dell’Anvur. Lavora da molti anni nel settore della formazione a distanza, è autore di molti software didattici.
Ha ideato il Social Learning LiveCampus, curandone la progettazione scientifica, la realizzazione e la sperimentazione.
Tra le ultime pubblicazioni figurano: An enactivist approach to Web-Based Learning: LiveCampus as a proposal of learning environment; Design di una soluzione pedagogico-didattica-tecnologica per la multimodalità di presentazione; Learning Managment System Social Oriented: analisi e profili d’uso; Apprendimento Sociale e web learning.



ISBN 978-88-6152-226-8
Euro 18,00
176 pagine







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